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Cronaca Veronetta / Interrato Acqua Morta

Stufi di stare con le mani in mano, i profughi si mettono al lavoro come spazzini

Armati di ramazze e sacchi dell'immondizia si sono messi all'opera, gratis e senza che nessuno glielo chiedesse. Così decine di migranti sono usciti dall'ostello e si sono diretti ai giardini della Giarina, ripulendoli da immondizia e erbacce

"Non ne potevamo più di passare tutto il giorno a non fare nulla", così si sono rimboccati le maniche e, armati di ramazze e sacchi dell'immondizia si sono messi all'opera, gratis e senza che nessuno glielo chiedesse. Così decine di profughi sono usciti dall'ostello Villa Francescatti e si sono diretti ai giardini della Giarina, ripulendoli da immondizia e erbacce, senza che il Comune avviasse un qualche tipo di convenzione, come invece avvenuto a Sorgà e Nogara. 

Il quotidiano L'Arena ha raccolto le testimonianze di alcuni di loro, come Willy: "Vengo dalla Nigeria, Boko Haram ha sterminato la mia famiglia. Quello che stiamo facendo qui è una buona cosa". Ismailabah invece ha 20 anni, proviene dal Mali e va a scuola alle Duca D'Aosta, mentre Samson indossa una maglietta anni '90 dell'Hellas, di cui giura di essere tifoso da anni. Tutti però affermano la stessa cosa: "Qui veniamo tutti i giorni e quindi in fondo è come se pulissimo casa nostra". 
Sulle colonne de L'Arena, il consigliere dell'ostello Enrico Scognamillo, svela anche dell'altro; "In realtà alcuni dei nostri ospiti da qualche giorno danno una mano alla mensa della Fevoss e a quella dei padri Filippini. L'hanno fatto di propria spontanea volontà". La pulizia dei giardini invece è stata un'idea degli amministratori dell'ostello raccolta con grande entusiasmo dai migranti, stanchi di non fare nulla. 
I responsabili dell'ostello poi proseguono: "Questo è puro volontariato, non devono sostituire la manodopera italiana, questo è un semplice gesto per farli sentire più integrati. La prima cosa che dobbiamo fargli capire è che sono in un paese tranquillo. Lontani dagli spari della Libia, dalle rivolte egiziane, dal clima di precarietà e paura che si respirava a Lampedusa. Ricambiano l'ospitalità dei veronesi, questa è una piccola grande città, ma dal cuore grande. Qualcuno magari si è indurito, si è chiuso, anche per colpa dei crimini di qualche migrante. Ma Verona resta ospitale". 

Intanto i 90 ospiti attendo una risposta sul loro stato di profughi: buona parte proviene dall'Africa subsahariana ma ci sono anche diversi pakistani, alcuni sono ospitati a Santa Chiara, altri nella foresteria. L'ostello riceve dalla Prefettura 30 euro ogni giorno per il vitto e l'alloggio di ciascuno: soldi che servono a curarli vestirli e nutrirli. 

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