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Cronaca

Prodotti falsamente "bio", maxitruffa da 220 milioni

Vendevano merce alla grande distribuzione. Nella notte le manette sono scattate per 7 persone

Oltre 220 milioni di euro di fatture per operazioni inesistenti, più di 2500 tonnellate di merce (frumento, favino, soia, farine, frutta fresca principalmente) sequestrata in quanto falsamente biologica, oltre 700 mila tonnellate di prodotti alimentari dichiarati falsamente biologici commercializzate, sette arresti. Questo il risultato dell’operazione “Gatto con gli stivali” condotta dalla Guardia di Finanza.

L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Verona, riguarda una gigantesca frode nel settore della commercializzazione di prodotti provenienti da agricoltura biologica. Il volume delle transazioni scoperto dagli uomini della Guardia di Finanza è veramente impressionante. Per anni avevano agito indisturbati: le loro aziende erano biologiche a tutti gli effetti, così come erano certificate le imprese dei grossisti che si sarebbero poi occupati di piazzare sul mercato dei grandi acquirenti cereali e altre produzioni agricole. Che di biologico avevano ben poco. Dopo un anno di serrate indagini coordinate dalle dottoresse Maria Beatrice Zanotti e Maria Federica Ormanni, sostituti procuratori presso il tribunale della città scaligera, la Guardia di Finanza ha dato esecuzione alle ordinanze di custodia cautelare disposte dal giudice per le indagini preliminari Guido Taramelli nei confronti di Luigi Marinucci, classe ’48, rappresentante legale della Sunny Land Spa di Bovolone, Davide Scapini (‘’68), Angela Nazaria Siena (‘72), Andrea Grassi (‘66), Michele Grossi (‘75), Stefano Spadini (’65) e Caterina Albiero (‘64). Le accuse sono state di associazione a delinquere, truffa e frode in commercio. I dati? 22 aziende coinvolte nel territorio nazionale, di cui 5 in Veneto. Il giro d’affari era pari al 10% del mercato nazionale biologico.

“Facevano passare per biologici prodotti che non lo erano affatto – ha spiegato il colonnello Bruno Biagi -. In realtà erano normali prodotti agricoli, talvolta prodotti destinati all’alimentazione animale. Le quantità accertate sono enormi, sono state commercializzate 704mila tonnellate di prodotti falsamente biologici. Per dare un’idea del carico di merci possiamo vederle come una carovana di tir lunga 507 chilometri, la distanza che c’è tra Verona e Roma”.

I prodotti nascevano a Verona? “Si ma non esclusivamente – precisa Biagi-. Il giro d’affari prevede anche prodotti provenienti dall’estero. Questi prodotti subivano un grande carosello di fatture e false attestazioni per poterne mutare la tracciabilità. I prodotti biologici sono soggetti ad una tracciabilità molto rigida e serrata: perfino la carta delle certificazioni era stata contraffatta affinché l’inganno risultasse efficace. Per molti prodotti non possiamo accertare con certezza la provenienza nemmeno ora”.

Potrebbe dunque esserci un pericolo immediato per la nostra salute? “Magari sono finiti anche sulle nostre tavole, ma di questo non dobbiamo preoccuparci poiché allo stato attuale delle cose non esiste un vero pericolo per la salute – esclude il finanziere - si tratta di una truffa in quanto le famiglie hanno pagato il quadruplo per un prodotto che di biologico non aveva proprio nulla”.

Biagi ha inoltre spiegato da dove sono nati i sospetti: “Ci siamo arrivati tramite le investigazioni classiche della Guardia di Finanza, tramite bilanci e analisi delle società che sono state poste a verifica. Una delle cose che ci ha incuriosito è stata una società veronese, la Sunny Land, aveva quintuplicato negli anni 2006-2007 il proprio volume d’affari, mentre gli altri indicatori non giustificavano affatto questo aumento vertiginoso. Durante il controllo di polizia tributaria ci siamo accorti delle anomalie. Grazie ad un’indagine molto lunga e complessa siamo stati in grado di ripercorrere tutto il percorso e lo scambio di false fatture che c’era stato fra queste aziende. Finora ci siamo mossi in maniera riservata, probabilmente nei prossimi giorni potremmo scoprire che questa è solo la punta dell’iceberg”.

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