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Cronaca

Processo Pfas: ammessi tutti i testimoni richiesti dagli acquedotti costituitisi parte civile

A Vicenza, giovedì mattina, si è riunita la Corte d’Assise che giudicherà i 15 manager delle società ritenute responsabili dell’inquinamento causato dal presunto sversamento di sostanze perfluoroalchiliche nelle province di Padova, Vicenza e Verona dal 2000 in poi

Giovedì mattina si è riunita a Vicenza la Corte d’Assise che giudicherà i 15 manager delle società Miteni spa (fallita), Mitsubishi Corporation e Icig, considerati responsabili dell’inquinamento ambientale provocato dal presunto sversamento di Pfas, GenX e C6O4 e altri prodotti chimici nelle province di Padova, Vicenza e Verona dal 2000 in poi. Gli imputati sono accusati a vario titolo di avvelenamento acque, disastro ambientale innominato, gestione di rifiuti non autorizzata, inquinamento ambientale e reati fallimentari.

Davanti ai giudici Antonella Crea e Chiara Cuzzi, e agli otto giudici popolari, c’è stata la discussione sull’ammissione delle liste dei testimoni che verranno sentiti nel corso del dibattimento. Si tratta di un elemento importante per la formulazione della prova della presunta colpevolezza degli imputati che, viene ricordato, deve essere “formata” in aula. «Sui testimoni che abbiamo presentato noi avvocati che tuteliamo Acque del Chiampo, Viacqua, Acque Veronesi e Acquevenete non c’è stata alcuna obiezione, il 25 novembre entreremo nel vivo, in aula parleranno i dipendenti dell’Arpav», ha detto l’avvocato Angelo Merlin, che rappresenta le società idriche insieme agli avvocati Marco Tonellotto, Vitore d’Acquarone e Giulia Bertaiola.

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