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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Legnago

Il processo Pfas inizia a luglio: rinviati tutti a giudizio gli ex manager della Miteni

Sono accusati a vario titolo di avvelenamento di acque, disastro innominato, inquinamento ambientale ex articolo 452 -bis e reati fallimentari per la ex ditta di Trissino

Sono stati rinviati a giudizio i 15 manager accusati a vario titolo di avvelenamento di acque, disastro innominato, inquinamento ambientale ex articolo 452 -bis e reati fallimentari per la ex ditta di Trissino, finita al centro del processo per l'inquinamento da Pfas che ha coinvolto le province di Vicenza, Verona e Padova. 
Come riportano i colleghi di PadovaOggi, dopo tre ore di Camera di Consiglio, il giudice Roberto Venditti ha preso la decisione: il procedimento prenderà il via il 1° luglio davanti alla Corte d’Assise di Vicenza. 

Sotto accusa

Gli imputati sono i manager giapponesi della Mitsubishi Corporation, della lussemburghese controllante di Miteni Icig e della Miteni stessa. I nomi: Kenji Ito, Naoyuki Kimura, Yuji Suetsune, Maki Hosoda, Patrick Fritz Hendrik Schnitzer, Akim Georg Hannes Riemann, Aleksander Nicolaas Smit, Brian Antony Mc Glynn, Miteni spa Luigi Guarracino (Alessandria), Mario Fabris (Padova), Davide Drusian (Treviso), Mauro Colognato. (Dolo), Mario Mistrorigo (Arzignano).
Lunedì hanno parlato le difese, che davanti al giudice hanno sollevato varie eccezioni, tra cui quella di incompatibilità territoriale. Gli avvocati difensori hanno chiesto infatti di spostare il processo a Trento, perché i magistrati coinvolti nell’indagine e quelli giudicanti, secondo potrebbero essere influenzabili rispetto ai temi d’inchiesta in quanto tutti residenti nel Vicentino e alcuni nelle aree colpite dall'inquinamento, ma la richiesta è stata respinta dal gup. 

Le parti civili

Oltre duecento le parti civili costituitesi, tra queste le quattro società idriche Acque del Chiampo, Viacqua, Acquevenete e Acque Veronesi, rappresentate dagli avvocati Marco Tonellotto, Angelo Merlin, Vittore d’Acquarone e Giulia Bertaiola. «Siamo molto soddisfatti che si sia arrivati a questo punto e che il processo sia stato fissato così presto – spiega l’avvocato Tonellotto – è il segnale che tutti hanno interesse a raggiungere la verità il prima possibile».

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