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Cronaca San Michele / Via San Michele

Cibo scadente per i detenuti di Montorio, tre imputati. L'accusa è frode

Gli accusati sono il rappresentante della ditta che gestisce la fornitura degli alimenti ai carcerati e le due responsabili di una delle ditte a cui è subappaltato il servizio

Frode nelle pubbliche forniture. Questa l'accusa da cui si devono difendere il rappresentante della ditta che gestisce la fornitura del cibo ai detenuti di Montorio e le due responsabili di una delle ditte a cui è subappaltato il servizio. La frode si sarebbe consumata sulla pelle dei carcerati a cui almeno per una anno, dall'ottobre 2012 all'ottobre 2013, sarebbero stati forniti pasti di qualità scadente, di livello decisamente inferiore rispetto all'impegno preso con il contratto di fornitura.

Come descritto da Fabiana Marcolini su L'Arena, ieri 16 gennaio il processo è stato aggiornato al 10 aprile per permettere all'amministrazione penitenziaria di presentarsi come parte offesa. Il giudice dovrà inoltre decidere se ammettere come parte civile anche otto detenuti, i quali davanti al giudice hanno spiegato che il cibo proposto poteva essere dannoso alla loro salute e per evitarlo erano costretti ad acquistare dalla stessa ditta fornitrice del cibo non presente in carcere, di qualità superiore ma a un prezzo maggiorato.

Secondo l'accusa, gli imputati sono colpevoli di frode perché avrebbero fornito alimenti mal conservati, di scarto, se non addirittura marci. La segnalazione del disservizio era partita dalla direttrice del carcere, che aveva richiesto opportune verifiche. La pessima qualità dei prodotti alimentari offerti ai detenuti sarebbe stata riscontrata dal personale dell'Ulss nel 2012 e da un'ispezione dei Nas nel 2013.

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