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Cronaca Castel d'Azzano

Accusato di aver adescato una 13enne sui social e scoperto da Le Iene: carabiniere a processo

Il servizio andò in onda nell'ottobre 2020 e il 39enne finì subito sotto indagine. Per raggirare la minore, utilizzò l'immagine di un giovane di Novara deceduto e provò ad incontrarla a Peschiera del Garda

Ha preso il via il processo a carico di un carabiniere, originario della zona di Forlì ma al tempo in servizio a Castel d'Azzano, accusato di aver adescato una ragazzina di 13 anni tramite i social network. La vicenda venne alla luce nell'ottobre del 2020 in seguito ad un servizio del Le Iene, che si sostituirono alla giovane nell'appuntamento fissato a Peschiera
Come spiegano i colleghi di ForlìToday, le indagini della procura di Verona sono state chiuse dopo due anni e un troncone del giudizio è passato per competenza al tribunale di Novara: il 39enne in questo filone è accusato di adescamento di minorenni, un articolo specifico del codice penale che punisce "qualsiasi atto volto a carpire la fiducia del minore attraverso artifici, lusinghe o minacce posti in essere anche mediante l'utilizzo della rete internet o di altre reti o mezzi di comunicazione", mentre per la parte principale della vicenda è in corso un parallelo iter giudiziario a Verona.

Nel corso dell'udienza del 3 ottobre che si è tenuta a Novara, la difesa del militare (attualmente sospeso) ha chiesto al giudice l'applicazione dell'istituto alternativo della "messa alla prova", vale a dire la sospensione del processo penale in cambio di lavori di pubblica utilità concordati con il giudice stesso. Ricorrendone i presupposti di legge, nei prossimi mesi si terrà l'udienza per definire il carico lavorativo e il tipo di attività per chiudere il carico penale specifico dell'adescamento, mentre resta in corso il procedimento nel capoluogo scaligero.

Stando a quanto emerse, il 39enne si sarebbe finto un 15enne, utilizzando la foto di un giovane di Novara deceduto a causa di un batterio, per adescare una 13enne piemontese tramite un social network. Le conversazioni tra i due sarebbero andate avanti per settimane, diventando sempre più esplicite dopo la fase iniziale, con messaggi in cui venivano descritte pratiche sessuali molto "spinte". Chat che avrebbe destabilizzato la giovane, al punto che padre e zia avrebbero scoperto quello scambio di messaggi. Proprio la zia si sarebbe finta la nipote e avrebbe portato avanti la chat: grazie a ciò venne organizzato l'incontro di Peschiera, dove il 39enne verosimilmente sperava di incontrare la ragazzina, trovandosi invece davanti la donna e l'inviata de Le Iene Veronica Ruggeri, la quale poi ha raccontato l'intera vicenda nel servizio andato in onda nell'ottobre di due anni fa.

Nella medesima puntata era emerso che il carabiniere l'avrebbe quasi spinta a fuggire di casa, promettendole un riparo. La storia è stata poi raccontata in un libro realizzato dalla stessa zia, dal titolo molto evocativo "Hai comprato il perizoma o sei con il pigiamino?", scritto proprio per sensibilizzare sui rischi e le insidie che i giovani corrono quando si trovano online e sulla necessità dei genitori di vigilare sempre sulle loro chat con sconosciuti. E dalla zia arriva una nuova e vibrante protesta: «Nonostante la "messa alla prova", non è stata imposta alcuna restrizione a quest'uomo per quanto riguarda l'uso dei social network, per cui può ancora liberamente utilizzarli, nonostante siano stati usati nell'adescare mia nipote».

A distanza di pochissime ore dalla messa in onda del servizio, i carabinieri fecero una perquisizione nell'abitazione e nell'armadietto in caserma del collega forlivese, facendosi consegnare arma d'ordinanza e tesserino. Ad ora il carabiniere risulta non essere in servizio effettivo.

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