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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Processo Bacciga per il saluto romano, Aned: «Quel gesto è offesa e danno morale»

L'Associazione Nazionale degli Ex Deportati e tra le parti civili nel procedimento contro il consigliere comunale, accusato di violazione della Legge Scelba sulle manifestazioni fasciste

Ieri, 17 marzo, si è svolta a Verona una nuova udienza del processo per il presunto saluto romano del consigliere comunale Andrea Bacciga. Il consigliere, eletto con Battiti per Verona e poi passato alla Lega, avrebbe compiuto il gesto durante il consiglio comunale del 26 luglio 2018. In quella seduta erano in discussione mozioni per finanziare organizzazioni e progetti legati ai movimenti contro l'aborto. E per chiederne la bocciatura, alcune attiviste del movimento Non Una di Meno avevano inscenato una protesta. Bacciga avrebbe rivolto proprio a loro il saluto romano, gesto che è valso al consigliere il rinvio a giudizio per violazione della Legge Scelba sulle manifestazioni fasciste. E per questo sono state anche ammesse come parti civili le associazioni Aned e Anpi e tre attiviste di Non Una di Meno.

Durante l'udienza di ieri sono stati ascoltati testimoni indicati dall'avvocata di parte civile Federica Panizzo, che hanno ricordato le circostanze e il clima in cui hanno visto il consigliere comunale Bacciga compiere per due volte il saluto romano nell'aula del consiglio comunale.
È stato poi sentito Dario Venegoni, presidente nazionale Aned (Associazione Nazionale Ex Deportati nei campi nazisti). Nella sua deposizione ha ribadito come il saluto romano rappresenti l’ideologia fascista, basata sulla sopraffazione, sulla violenza fisica, sull'odio, sulla discriminazione, su una supposta inferiorità femminile e come, nelle circostanze date, quel gesto rivolto a donne volesse sottintendere il ruolo sottomesso e subalterno riservato alle donne dall’ideologia fascista. «Quel gesto, di enorme portata simbolica e politica, è offesa e danno morale per la nostra associazione che rappresenta e testimonia quanti furono discriminati, torturati e uccisi per essersi battuti contro l'ideologia fascista e nazista o per la sola colpa di esistere», ha detto Venegoni.

Il processo è stato aggiornato al prossimo 7 luglio per la conclusione del dibattito, in cui saranno sentiti eventuali testi indicati dall'accusato, che ha affiancato alla propria difesa l'avvocato Roberto Bussinello.

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