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Cronaca Centro storico / Via dello Zappatore

Caso Giacino. L'ex-vicesindaco si difende: "Vogliono tagliare un ramo secco"

A fine mese la sentenza del processo d'appello, dopo la condanna in primo grado. Per Vito Giacino, le accuse sono un tentativo per scaricare un interlocutore politico diventato inutile

Dopo l'accusa, la parola è passata alla difesa nel processo d'appello che vede imputato l'ex-vicesindaco di Verona Vito Giacino e la moglie, già condannati in primo grado.

Prima delle arringhe finali degli avvocati, Giacino ha spiegato la sua posizione, riportata poi dall'Arena. Per Giacino le accuse dell'imprenditore Alessandro Leardini, anche lui imputato in un altro processo, non sono altro che un tentativo di tagliare un ramo secco. Non un vero e proprio complotto, ma un modo per chiudere i ponti con un interlocutore ritenuto non più vantaggioso, mentre i rapporti con altri esponenti politici regionali continuano ancora. 

Il tentativo della difesa è stato quello di screditare l'accusatore, Leardini, che, secondo i difensori di Giacino, non era in possesso di tutti quei soldi che l'imprenditore dice di aver versato all'ex-vicesindaco in contanti o tramite finte consulenze.

La sentenza sarà emessa a fine mese.

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