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Cronaca Centro storico / Piazza Bra

Fondazione Arena, primi no alla privatizzazione. "Meglio un sistema misto"

Non si vuole chiudere la porta all'ingresso dei privati nella cultura, ma l'amministrazione pubblica non può abdicare. PD: "Il pubblico non è sempre sprecone e incapace"

Il ritornello liberista è sempre quello: più privato e meno Stato. Lo si chiedeva (e lo si chiede ancora) in economia. Lo si chiede anche nella cultura, perché i soldi pubblici sono sempre di meno e saperli usare bene è diventato un requisito di sopravvivenza.

L'esempio è la Fondazione Arena. Il suo bilancio è in deficit di quasi 30 milioni di euro. L'ente è stato commissariato, e da Roma è arrivato Carlo Fuortes che per risanarlo ha presentato un piano di tagli e sacrifici. Qualche settimana ancora e Fuortes se ne andrà e al suo posto sarà nomitano un nuovo sovrintendente e un consiglio di indirizzo, che avranno il compito di continuare l'opera di risanamento del commissario.

Una situazione dunque di transizione, se non proprio di difficoltà gestionale. In questa situazione, il rischio di minori entrate da parte degli enti pubblici apre la strada all'intervento dei privati, con il progetto Arena Lirica Spa già messo in piedi, con la benedizione anche si Sandro Veronesi, patron di Calzedonia, favorevole ad una privatizzazione massiccia dell'ente lirico.

Un posizione criticata dal PD: "La visione di Sandro Veronesi sul ruolo del privato nella cultura è legittima ma poco condivisibile in quanto parte dall’assioma, che non trova riscontro nella realtà, secondo cui il pubblico è sempre sprecone e incapace mentre il privato è sempre vincente ed efficiente - scrivono i consiglieri Michele Bertucco ed Eugenio Bertolotti - Andando oltre le ideologie, a nostro parere il ruolo del pubblico è insostituibile per il semplice fatto che il privato, facendo il proprio mestiere, tende a valorizzare solo ciò che è più remunerativo in un dato momento, e non è detto che ciò coincida con la cultura e l’interesse generale, come peraltro ricorda la vicenda della copertura dell’anfiteatro, quella sì, realmente anti-storica. Parlando molto concretamente, la cultura a Verona non è solo il festival lirico estivo in Arena, è anche il Filarmonico, un teatro stabile, il Conservatorio e un complesso di istituzioni culturali che hanno conosciuto un progressivo declino per la mancanza di un un interlocutore autorevole in grado di metterle a sistema prima ancora che per la carenza di fondi. È poi significativo che questa voglia di privatizzazione sia diventata più pungente da quando il commissario, portando a termine una stagione che pareva irrimediabilmente compromessa, ha fatto intravvedere un barlume di speranza nel futuro della Fondazione Arena. Gli strumenti per la partecipazione dei privati non sono mai mancati, anzi, ultimamente si sono arricchiti anche dell’art-bonus. E per essere onesti non è mai mancato nemmeno il contributo delle categorie economiche nella gestione della Fondazione Arena così come dell’aeroporto. Solo che i risultati non sono sempre stati all’altezza delle aspettative, come ricorda la disastrosa gestione dello scalo veronese da parte di Bortolazzi, che pure era diretta espressione della Camera di Commercio. Ognuno è libero di professare le proprie idee ma giocare continuamente al rialzo e agitare lo spauracchio di pericolosi blocchi politico-sindacali che non esistono più, non fa certo del bene alla città".

Privatizzazione sì, ma fino a un certo punto, è la posizione del sindaco Tosi, favorevole ad un modello misto. E proprio Flavio Tosi continua ad essere sotto attacco per la gestione della cultura cittadina. Il M5S ha sollevato dubbi sulla mostra dell'arte Maya e il deputato pentastellato Mattia Fantinati critica il primo cittadino veronese anche sulle concessioni gratuite dell'Arena: "Servono risposte immediate e ben motivate da parte di Tosi perché le concessioni gratuite dell’Arena sono inconcepibili. Poco importano le motivazioni date fino ad ora ovvero che gli spettacoli in questione abbiano avuto una ripresa televisiva o l’ingresso al pubblico gratuito. Non sono sufficienti. Dobbiamo invece tenere presente che l’Arena ha dei costi annuali di manutenzione elevati e che purtroppo la Fondazione Arena versa in una situazione al limite del dramma. Sembra però che queste problematiche non tocchino Tosi che invece di batter cassa, concede gratuitamente l’anfiteatro, confermando così la mala gestione di questa amministrazione nei confronti del monumento più importante di Verona".

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