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Secondo il presidente dell'Ordine dei medici di Venezia il Veneto va «verso la zona rossa»

«Noi come Ordine dei medici avevamo chiesto la zona rossa il 12 novembre. Ci stiamo arrivando passo dopo passo», dichiara il presidente dell'Ordine di Venezia Giovanni Leoni

Il parametro dell'incidenza su numero di abitanti «diventa penalizzante per le Regioni che fanno più tamponi» e, pertanto, «chi più si è impegnato rischia di essere penalizzato». Bisognerebbe invece «valutare anche l'accuratezza e quindi il rapporto tra tamponi eseguiti e numero di abitanti». Lo spiega all'agenzia "Dire" il presidente dell'Ordine dei medici di Venezia, Giovanni Leoni.

Lo stesso presidente Leoni, nel bocciare sostanzialmente il parametro dell'incidenza di positivi sul numero di abitanti per l'assegnazione della rispettiva zona di rischio alle Regioni, ricorda tuttavia che «noi come Ordine dei medici avevamo chiesto la zona rossa il 12 novembre. Ci stiamo arrivando passo dopo passo, evidentemente governo e Regioni si stanno arrendendo all'evidenza dei fatti». E questo non vuol tanto dire che il sistema di restrizioni per zone sia sbagliato di per sé, ma «purtroppo poggia sulla collaborazione stretta della popolazione, che però è deficitaria, ce lo dicono i numeri».

Nell'arco delle prossime settimane, aggiunge ancora il presidente dell'Ordine dei medici di Venezia, «vedremo gli effetti di quanto avvenuto a Natale, presumibilmente dovremmo andare meglio. Lo spero. Se non ci fossero risultati positivi non resta altro che tornare alla zona rossa drastica come peraltro ha fatto la Germania». Anche il dottor Carlo Rugiu, presidente dell'Ordine dei Medici chirurghi e Odontoiatri di Verona, ha recentemente commentato così la decisione per la Regione Veneto di finire in zona arancione: «Una misura corretta, ma tardiva. Andava presa un mese fa». In una nota sui social, l'Ordine dei medici di Verona ricorda infine che già il 16 dicembre scorso, quando il Veneto era in zona gialla e i contagi si moltiplicavano, l'Ordine dei Medici di Verona e l'Ordine degli Infermieri di Verona avevano sottoscritto «un appello congiunto al presidente Luca Zaia per chiedere maggiori restrizioni per arginare la diffusione del virus».

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