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Cronaca Porto San Pancrazio / Lungadige Galtarossa

Rifiuti. Nel veronese la diffusione dei reati ambientali è preoccupante

A certificarlo anche la relazione della commissione parlamentare d'inchiesta sulle attività illecite connesse ai rifiuti e all'ambiente che riguarda la regione Veneto

"Più in generale deve essere rimarcato il fatto che, pur nell’assenza di infiltrazioni mafiose o di collegamenti con la criminalità organizzata, il territorio veronese è attraversato da una diffusa violazione delle norme del codice ambientale, con la presenza di discariche non autorizzate e di ditte che operano illecitamente nella gestione dei rifiuti".

E questo è solo uno dei passaggi della relazione della commissione parlamentare d'inchiesta sulle attività illecite connesse ai rifiuti e all'ambiente che riguarda la regione Veneto. 458 pagine e la parte che riguarda la provincia di Verona va da pagina 187 a pagina 234, meno di cinquanta pagine dove però sono state sottolineate molte criticità del territorio, alcune delle quali sono emerse grazie alle indagini delle forze dell'ordine, l'ultima in ordine di tempo è l'Operazione Escalation della Polizia Stradale.

La situazione più grave che la commissione segnala è quella della discarica Ca' Filissine di Pescantina, con danni che, si legge nel bollettino: "ammontano a decine di milioni di euro, considerato che la stessa Daneco ha quantificato in 60 milioni di euro il costo della impermeabilizzazione della discarica. In tale situazione si inserisce la recente richiesta della regione Veneto volta ad ottenere l’inserimento della discarica in sito di interesse nazionale, così scaricando sullo Stato gli oneri della bonifica, nonostante che la stessa regione sia stata del tutto assente nel liberare i fondi necessari per la messa in sicurezza della discarica". Altro rimpallo di responsabilità.

Altro problema segnalato è quello della Sun Oil Italiana nel Comune di Sona, un impianto per il trattamento di rifiuti liquidi che non aveva mai avuto l'autorizzazione all'esercizio. Nonostante questo: "Ben 99 aziende hanno conferito, in modo illecito, i loro rifiuti liquidi alla Sun Oil Italiana, cosicché, ad aprile 2015, risultavano ancora in deposito circa 25.000 metri cubi di tali rifiuti".

E poi smaltimento illecito di rifiuti liquidi, ma anche quelli pericolosi, attraverso truffe oppure tramite la trasformazione di depositi in vere e proprio discariche. La commissione nella sua relazione si chiede cosa non abbia funzionato nei controlli amministrativi e prende atto della sconcertante diffusione dell'attività illecita che "costituisce sicuramente fatto notorio e tale dato rappresenta la riprova evidente di una mentalità imprenditoriale, caratterizzata da omertà, pur nell’acclarata assenza di fenomeni di infiltrazioni di stampo mafioso, in grado di determinarla".

Una mancanza di cultura di chi delinque, che non sa oppure non si cura dei rischi ambientali connessi a questo genere di reati e dei costi delle successive bonifiche, spesso a carico della collettività. Dall'altra parte la commissione auspica un intervento del legislatore per migliorare lo strumento repressivo.

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