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Cronaca Centro storico / Piazza Brà

Sull'immigrazione interviene il prefetto Mulas: "Serve una gestione condivisa"

Lo aveva già detto diverse volte, ma è tornato a ribadirlo martedì 4 agosto il prefetto di Verona Salvatore Mulas, sulla questione profughi c'è bisogno di maggiore cooperazione. Concorde anche il prefetto di Venezia Cuttaia

Alle parole del sindaco Tosi che ieri martedì 4 agosto era intervenuto sulla questione profughi, avvalorando l’ipotesi di costituire un nuovo centro d’accoglienza sulle Torricelle a Verona, fanno da controcanto quelle del prefetto Salvatore Mulas, il quale ormai da tempo invita a una gestione condivisa del problema.

All’uscita dal comitato provinciale per la sicurezza, il prefetto ha per l’ennesima volta esposto la sua netta posizione sul tema: impossibile pensare di affrontare i flussi continui di migranti in arrivo nella provincia veronese, senza la collaborazione e il coinvolgimento di tutti. Chi sono questi “tutti”? La risposta, così come riporta l’Arena, è immediata: “Ribadisco quanto ho già detto: dobbiamo collaborare tutti di più. Istituzioni, sindaci, privati. Anche la Chiesa. Soltanto così ne verremo fuori”. Spalmare sui 98 Comuni veronesi gli arrivi, evitando così i grandi assembramenti che, contrariamente a quanto dichiarato recentemente dal sindaco, è evidente che possano ingenerare tensioni, sembra essere questa la via da percorrere, suggerita dal prefetto, per attuare responsabilmente un’accoglienza adeguata e degna di una democrazia moderna quale è l’Italia. Nel frattempo a Costagrande, dove i richiedenti asilo sono numerosissimi, i carabinieri presidiano l’area assiduamente, rivendicando una presenza e un controllo tali da garantire sicurezza e tranquillità ai cittadini delle zone circostanti.

Parallelamente ieri, durante il consiglio regionale questa volta, è intervenuto anche il prefetto di Venezia Cuttaia, cercando di ripercorrere le fasi storiche che hanno condotto al verificarsi delle spiacevoli tensioni, tra migranti e cittadini locali, nelle località di Quinto (TV) ed Eraclea. Di fatto anche il prefetto di Venezia si è trovato a confermare quanto più volte ribadito da Salvatore Mulas: dopo l’accordo di luglio 2014 in base al quale i migranti devono essere ripartiti nelle varie regioni in funzione del numero di abitanti di quest’ultime, i prefetti del Veneto si sono dovuti scontrare con una scarsa collaborazione da parte dei numerosi Comuni veneti. E proseguendo in questa direzione difficilmente si otterrà qualcosa di buono.

Chiarissime in proposito le parole riportate dall’Arena del prefetto di Venezia: “I prefetti veneti si sono purtroppo trovati a ripartire gli arrivi sul territorio senza poter poggiare sulla disponibilità all'accoglienza dei comuni, in quanto la tanto auspicata integrazione tra livelli centrale, regionale e locale, non è avvenuta”. La scarsa collaborazione da parte dei vari Comuni veneti conduce al concentramento di molti, talvolta troppi, migranti in poche e limitate località, laddove piuttosto andrebbero creati centri di accoglienza piccoli ma numerosi, in modo tale da evitare l’ingenerarsi di scontri e tensioni. I prefetti paiono concordare su questo punto, ora spetterebbe alle amministrazioni locali cambiare strategia all’insegna di una generalizzata maggiore collaborazione, o alternativamente proporre soluzioni alternative. E tra le due, la prima pare essere di gran lunga la via più semplice.

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