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Cronaca Borgo Roma / Via Polveriera Vecchia

Amati da tutti, bistrattati dallo Stato. Protesta dei vigili del fuoco: «A Verona gravi carenze»

«Verona lamenta una carenza di organico pesante, - spiega Luca Cipriani dell'Esecutivo Nazionale - che incide sul soccorso ai cittadini. Lo Stato non investe 900mila euro l'anno»

«Verona lamenta una carenza di organico pesante, che incide sul soccorso ai cittadini e si scarica sulle spalle dei pochi pompieri veronesi. In pratica, alla carenza dovuta alle storiche disattenzioni per una città importante, si aggiunge una carenza dovuta al ritardo con cui si avviano le assunzioni. Così lo Stato risparmia sulle spalle e sulla salute dei pompieri che lavorano nelle province dove maggiore è la carenza». Ad affermarlo è Luca Cipriani dell'Esecutivo Nazionale Vigili del Fuoco FPCGIL  in una lunga requisitoria che mette al centro le varie problematiche inerenti le importanti attività svolte dai vigili del fuoco, nonostante le difficoltà oggettive, nel territorio scaligero. 

Secondo i dati forniti da Cipriani, in terra veronese, vale a dire nellla seconda provincia del Veneto per numero di abitanti dopo Padova, e seconda città del Veneto per estensione del territorio dopo Belluno, vi sarebbe una grave carenza di personale per quanto concerte il corpo dei pompieri. Il rapporto nominale tra numero di residenti ed unità dei vigili del fuoco a Verona è pari a una unità ogni 3811 abitanti, a fronte di una unità ogni 2526 abitanti per quanto riguarda la regione Veneto e una unità ogni 2268 abitanti su scala nazionale. Una sproporzione nel rapporto che si acuisce ulteriormente tenendo conto che il personale è suddiviso in turni e, pertanto, la reale copertura del territorio avviene sulla base di un rapporto ​pari a una unità ogni 17.738 abitanti e ogni 60 chilometri quadrati.

«Noi avanziamo una proposta secca, - incalza a tal riguardo Luca Cipriani - il risparmio che lo Stato si assicura in attesa delle assunzioni promesse da anni, deve essere impiegato per pagare la maggiore produttività dei vigili del fuoco che operano nelle province in cui si registra la carenza. Ad esempio, a Verona, dove la carenza reale sulla misera pianta organica è di 25 unità, lo Stato non investe circa 900mila euro anno. Fermo restando che le assunzioni sono urgenti e necessarie, chiediamo che nel frattempo una quota di questi risparmi sia assegnata per creare, attraverso prestazioni straordinarie, un servizio adeguato ai bisogni dei cittadini».

Desta ovviamente rammarico, oltre che stupore, il fatto che una città come Verona abbia nei dati relativi alla presenza sul territorio dei vigili del fuoco ben poco di rassicurante. Considerando infatti anche l'importante presenza di insediamenti industriali e commerciali, fra cui numerosi siti a rischio rilevante, oltre a quella di una fra le maggiori reti stradali, autostradali e ferroviarie del Nord Italia, risulta evidente che il capoluogo scaligero meriterebbe una ben diversa attenzione. A tutto ciò si aggiunge inoltre la massiccia presenza di turisti che ogni anno, in qualunque periodo, giungono in visita ad ammirarne le bellezze, facendo di Verona la terza città d’Italia per numero di turisti dopo Roma e Venezia.

«Ricordiamo che lo Stato, - spiega ancora Luca Cipriani - titolare del soccorso pubblico a favore della popolazione, investe, per l’insieme della spesa che riguarda il costo del lavoro dei vigili del fuoco, solo l’1,07% del totale della spesa del pubblico impiego (secondo i dati del MEF, conto annuale riferito agli ultimi 7 anni). In sostanza, - concude Cipriani - fra i corpi e le strutture pubbliche, il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco è la struttura su cui si investe meno in assoluto». 

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