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Cronaca Bussolengo / Piazza della Libertà

Pokemon Go, trasformare una mania in gioco educativo è possibile?

Il pedagogista clinico Carlo Callegaro del Centro Studi Specialistici "San Marco" con sede a Bussolengo è convinto che Pkem Go "di fatto non presenti contenuti diseducativi: il suo utilizzo permette di divertire, tuttavia può sfociare anche in mania collettiva"

È la app più scaricata e cliccata del momento: consiste nell'andare a caccia di mostriciattoli colorati che si aggirano per il pianeta. Intuitiva da usare, se si ha a disposizione un telefonino di ultima generazione. E coinvolgente al punto che i seguaci di Pokemon Go crescono, non soltanto tra i giovanissimi, di ora in ora.  «Il gioco ha sicuramente elementi accattivanti per i ragazzi, in particolare la sfida e l’esplorazione» evidenzia il pedagogista clinico Carlo Callegaro del Centro Studi Specialistici “San Marco” con sede a Bussolengo.

Infatti è esplosa una vera e propria moda per un “passatempo” virtuale, che «di fatto non presenta contenuti diseducativi: il suo utilizzo permette di divertire, ma può sfociare anche in mania collettiva». C'è da spettarsi quindi che ne sentiremo parlare a lungo. Riallacciandosi ad una fortunata serie televisiva, l'applicazione cattura-animaletti che sfrutta telecamera integrata del telefono e geolocalizzazione, ha sedotto i giovani e non è passata inosservata agli adulti. Complice l'interazione tra realtà e mondo di internet, grazie alla «realtà aumentata che, appunto, accresce la percezione dei cinque sensi tramite informazioni manipolate elettronicamente. Aspetto molto accattivante, perché soprattutto gli adolescenti, amano vivere le esperienze ad alta intensità emotiva e percettiva».

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Questa tecnologia basata sull'arricchimento della percezione sensoriale umana, prosegue, «è appena arrivata in Italia. Non ci sono, attualmente, studi scientifici rispetto ai possibili effetti collaterali di chi usa questi strumenti. È pensabile tuttavia che un utilizzo non regolato e massiccio possa produrre, a lungo andare, problemi nei ragazzi». Tra questi, evidenzia, «l'impoverimento dell'immaginazione e della fantasia. L'immaginazione è un'abilità che deve essere praticata per svilupparsi: consiste nella capacità di rappresentarsi cose non presenti. Nella realtà aumentata ciò che non è presente nel mondo reale è pre confezionato, quindi non permette di stimolare tale capacità».

Pokemon Go può essere inoltre causa di distrazione correlata, in particolare negli adulti, all'uso sconsiderato dei telefonini mentre si è per esempio alla guida. Ma in tutto questo tam-tam c'è il risvolto positivo, perché il gioco può avere valenza educativa. Si tratta di sfruttare il fatto, conclude Callegaro, «che catturare i Pokemon implica lo spostarsi nel territorio. Un ragazzo può entrare a contatto con monumenti, edifici storici ed altre particolarità della città: un'occasione per avvicinarsi alla storia e all'arte del luogo in cui vive e magari del quale poco conosce. Consiglio quindi ai genitori di non lasciare i propri figli gironzolare da soli per la città, ma di accompagnarli nella scoperta dell'ambiente che li circonda e di divertirsi assieme».

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