Pistola fatta in casa, arrestato artigiano 52enne di Veronella
In manette, in diverse operazioni, anche tre pusher e due ricettatori e truffatori veronesi
Ultime due settimane di intensa attività per i carabinieri della Compagnia di San Bonifacio che hanno arrestato sette persone in quattro operazioni diverse per spaccio di droga e disponibilità di armi. Nello specifico, i militari della stazione di Soave hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per un pusher di origine marocchina di 20 anni, Nour Edinne Tijany residente a Soave, già sottoposto all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria dagli inizi di dicembre, quando fu arrestato in flagranza di reato per lo stesso reato dai militari di Tregnago.
A Soave i militari, negli scorsi giorni, hanno anche rintracciato due veronesi, Gianfranco Signorini, di 57 anni, su cui pendeva un ordine di carcerazione per truffa, falsità ideologica e ricettazione e Roberto Marchesini, 51, accusato anche lui di truffa, ricettazione e anche violazione degli obblighi di assistenza familiare. Per i due personaggi si sono immediatamente aperte le porte del carcere di Montorio Veronese, dove i carabinieri hanno provveduto a notificare a Marchesini, a distanza di 2 giorni, un ulteriore ordine di carcerazione per truffa, ricettazione e falsità in scrittura privata.
In flagranza di reato è finito agli arresti anche un marocchino di 30 anni, Mohamed Alì, sorpreso, dai carabinieri di San Giovanni Ilarione in servizio a Verona per l'indagine, mentre stava vendendo 3 grammi di eroina ad alcuni tossicodipendenti. Il 30enne è stato condannato dal Tribunale di Verona, con rito direttissimo, a 5 mesi e 10 giorni di reclusione da scontare in carcere e al pagamento di una multa di 200 euro. Gli stessi militari sono riusciti poi a rintracciare per spaccio un altro marocchino di 31 anni, Abdellah Bouhali, a cui sono stati concessi gli arresti domiciliari.
Dal Comando di San Bonifacio è scattata anche la perquisizione domiciliare a Veronella, a casa di un artigiano 52enne incensurato, Vincenzo Palmisano, pugliese d'origine, che custodiva una pistola artigianale. La fabbricazione e la detenzione dell’arma, costruita dal 52enne utilizzando le sue abilità tecniche-meccaniche, ha portato al suo arresto. Al termine dell’udienza di convalida, tenutasi il 22 gennaio scorso, gli sono stati concessi gli arresti domiciliari.
A Soave i militari, negli scorsi giorni, hanno anche rintracciato due veronesi, Gianfranco Signorini, di 57 anni, su cui pendeva un ordine di carcerazione per truffa, falsità ideologica e ricettazione e Roberto Marchesini, 51, accusato anche lui di truffa, ricettazione e anche violazione degli obblighi di assistenza familiare. Per i due personaggi si sono immediatamente aperte le porte del carcere di Montorio Veronese, dove i carabinieri hanno provveduto a notificare a Marchesini, a distanza di 2 giorni, un ulteriore ordine di carcerazione per truffa, ricettazione e falsità in scrittura privata.
In flagranza di reato è finito agli arresti anche un marocchino di 30 anni, Mohamed Alì, sorpreso, dai carabinieri di San Giovanni Ilarione in servizio a Verona per l'indagine, mentre stava vendendo 3 grammi di eroina ad alcuni tossicodipendenti. Il 30enne è stato condannato dal Tribunale di Verona, con rito direttissimo, a 5 mesi e 10 giorni di reclusione da scontare in carcere e al pagamento di una multa di 200 euro. Gli stessi militari sono riusciti poi a rintracciare per spaccio un altro marocchino di 31 anni, Abdellah Bouhali, a cui sono stati concessi gli arresti domiciliari.
Dal Comando di San Bonifacio è scattata anche la perquisizione domiciliare a Veronella, a casa di un artigiano 52enne incensurato, Vincenzo Palmisano, pugliese d'origine, che custodiva una pistola artigianale. La fabbricazione e la detenzione dell’arma, costruita dal 52enne utilizzando le sue abilità tecniche-meccaniche, ha portato al suo arresto. Al termine dell’udienza di convalida, tenutasi il 22 gennaio scorso, gli sono stati concessi gli arresti domiciliari.