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Cronaca Cologna Veneta / Via Risorgimento

Arpav: "A Lonigo l'obiettivo Pfas Zero è stato raggiunto grazie ai nuovi filtri"

Le analisi dei laboratori Arpav hanno verificato che in pochi giorni i Pfas nell'acqua sono scesi sotto il limite di quantificazione. Ma intanto monta la polemica dopo il servizio de Le Iene

Da Lonigo, comune del vicentino dove ieri, 8 ottobre, si è svolta la manifestazione No Pfas, arriva una buona notizia proprio sull'inquinamento da sostanze perfluoroalchiliche. A diffonderla è l'Arpav che ha annunciato di aver raggiunto l'obiettivo "Pfas Zero" grazie al nuovo sistema di filtraggio messo in funzione dall'acquedotto Acque di Chiampo. Le analisi dei laboratori Arpav hanno verificato che in pochi giorni i Pfas nell'acqua sono scesi sotto il limite di quantificazione.

L'attività svolta fa parte di un progetto complessivo sulla potabilità cui ha dato impulso il presidente della Regione - ha commentato Nicola Dell'Acqua, direttore generale Arpav - Stiamo effettuando analisi supplementari su tutti gli impianti acquedottistici e i risultati raggiunti a Lonigo sono confer1mati dai dati dei nostri laboratori. Una tendenza positiva che entro pochi giorni riguarderà tutti gli impianti.

Una bella risposta per tutti i cittadini che ieri hanno manifestato per chiedere acqua pulita.

Ma la giornata di ieri non si è conclusa con la protesta di Lonigo, perché la sera il programma di Italia 1 "Le Iene" ha trasmesso un servizio di Nadia Toffa proprio sull'argomento Pfas, con interviste sia al presidente Luca Zaia che ad Antonio Nardone, amministratore delegato della ditta Miteni, finora unica presunta responsabile indicata per l'inquinamento. Interviste criticate dalla consigliera regionale di AMP Cristina Guarda.

Anche alle Iene, Zaia ha dimostrato tutta la sua impreparazione e scarsa dimestichezza con la realtà di un dramma come quello Pfas - scrive Guarda - Zaia proclama lo stato di emergenza, chiede limiti più restrittivi ma non sa nulla. I limiti li avevamo chiesti due anni fa e mi sembra arrivi con non poco ritardo visto che in ballo non ci sono numeri ma persone e l’ecosistema. Avevamo chiesto di finanziare e progettare il collegamento a nuove fonti acquedottistiche sempre due anni or sono, quando lui diceva che ciò non era una priorità e che bastava filtrare l'acqua, un acqua i cui valori di inquinamento oggi lui stesso ammette essere insostenibili. Questi ritardi nascono perché nel 2014 la giunta regionale non ha voluto finanziare a sufficienza la gestione delle analisi.

E ancora più indignazione Cristina Guarda la manifesta per Antonio Nardone.

A poche ore di distanza dalla loro grande e composta manifestazione, oltre 10 mila cittadini che avevano protestato per l'inquinamento da Pfas sono tornati a casa e hanno ascoltato l'ad della Miteni dichiarare, a chi gli faceva notare l’evidenza dell’aumento di una serie di gravi patologie nel bacino contaminato, che le statistiche mediche se lette da un altro punto di vista dimostrano che i Pfas nel sangue fanno bene. Non è pensabile dare risposte del genere e assumere questo atteggiamento arrogante.

E proprio dalla Miteni, Nardone torna sull'intervista trasmessa da Le Iene precisando che "quando si afferma con sicurezza che i Pfas fanno male si dice una cosa diversa di quello che dice l'Organizzazione Mondiale della Sanità e il Ministero della salute. Proprio per capire se vi sono degli effetti la Regione Veneto sta facendo adesso studi approfonditi. Quando poi si cita la ricerca della Regione sulle nascite per sostenere la relazione con alcune patologie, bisogna leggere i dati in modo onesto. I dati mostrano un paradosso: nella zona rossa la natimortalità, i problemi nel decorso della gravidanza e le anomalie congenite sono inferiori alla media del Veneto. Nessuno ha mai sostenuto per questo che i Pfas facciano bene ma è evidente che l'incompletezza degli studi rende necessari ulteriori approfondimenti e non possono essere né conclusivi né utilizzati per dire il contrario".

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