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Cronaca Cologna Veneta

Relatore speciale Onu: «Preoccupato per l'inquinamento da Pfas in Veneto»

Marcos Orellana, esperto di gestione e smaltimento ecocompatibile di sostanze e rifiuti pericolosi, al termine della sua visita a siti contaminati in Italia, tra cui le province di Verona, Vicenza e Padova: «Le autorità non hanno avvertito i residenti»

«Sono seriamente preoccupato dall'entità dell'inquinamento da Pfas in alcune aree della regione Veneto». Lo ha dichiarato Marcos Orellana, relatore speciale dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani. Orellana è esperto di gestione e smaltimento ecocompatibile di sostanze e rifiuti pericolosi e dal 30 novembre al 4 dicembre è stato in visita in Veneto per raccogliere informazioni sulla contaminazione avvenuta in alcuni territori tra le province di Verona, Vicenza e Padova. L'acqua che per anni i cittadini di quei territori hanno bevuto era inquinata da sostanze tossiche perfluoroalchiliche (Pfas) e questo ha avuto ripercussioni sulla loro salute.
La visita di Orellana non si è però concentrata solo sul Veneto. L'esperto delle Nazioni Unite ha visto anche altre zone d'Italia particolarmente inquinate, come la cosiddetta Terra dei Fuochi o l'Ilva di Taranto. Al termine del suo viaggio, Marcos Orellana ha rilasciato alcune dichiarazioni, esortando l'Italia a correggere gli impatti negativi dovuti a decenni di industrializzazione e affermando che lo sviluppo economico e l'innovazione tecnologica non dovrebbero andare a scapito della salute umana e dell'ambiente. Il relatore speciale delle Nazioni Unite su sostanze tossiche e diritti umani ha inoltre sottolineato che le autorità dovrebbero garantire che le industrie utilizzino tecnologie e metodi di produzione che non danneggino la salute dei residenti.

Sulla questione dei Pfas, l'esperto dell'Onu ha detto che sta seguendo da vicino il procedimento penale in corso sui reati ambientali che sarebbero stati compiuti dalla Miteni, l'azienda di Trissino che «ha rilasciato i suoi rifiuti senza controllo, inquinando le acque superficiali e sotterranee e la catena alimentare», ha detto Orellana, il quale ha anche esortato l'Italia ad adottare le misure necessarie per limitare l'uso dei Pfas a livello nazionale perché «l'inquinamento da Pfas non è limitato alla regione Veneto».
E sull'operato delle autorità, Marcos Orellana ha preso atto che «la Regione Veneto ha intrapreso una serie di azioni, come l'installazione di filtri a carbone per la depurazione dell'acqua potabile nelle zone più inquinate e la segnalazione del caso alla Procura. Tuttavia, le autorità non hanno avvertito i residenti delle aree colpite e non hanno diffuso le informazioni sull'inquinamento da Pfas e sui rischi per la loro salute. Alcuni residenti hanno appreso del problema della contaminazione tossica nel 2016-2017, quando la Regione ha avviato un piano di sorveglianza sanitaria per la popolazione esposta a Pfas nell'area rossa critica. Un monitoraggio limitato all'area più inquinata, il che solleva serie preoccupazioni, tra coloro che vivono nelle altre aree interessate».

E da quest'ultimo passaggio è partito l'attacco alla Regione da parte dei consiglieri regionali del Partito Democratico Anna Maria Bigon e Andrea Zanoni, che chiedono di conoscere i risultati degli screening sulla contaminazione da Pfas. «C’è bisogno di informazione e trasparenza - hanno detto i consiglieri PD - Anche il rappresentante Onu ha evidenziato ritardi della Regione su questo versante, sottolineando come siano stati violati diritti umani proprio per la mancanza di informazioni. Un ritardo che continuiamo a scontare ancora oggi».

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