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Pfas e plasmaferesi, la Regione replica a Lorenzin: "Vi abbiamo scritto tutto"

Sulla discussa terapia, il Veneto non interessò Roma, secondo il ministro. La replica dell'ente regionale: "Con una lettera formale del 4 luglio, abbiamo informato anche il ministero"

La plasmaferesi è diventato un nuovo terreno di polemiche politiche tra Stato e Regione Veneto sul problema dell'inquinamento di Pfas. La terapia è stata offerta dalla Regione a quei cittadini che avendo bevuto a loro insaputa acqua contaminata dalle sostanze perfluoroalchiliche hanno una concentrazione molto elevata di queste sostanze nel sangue. E l'obiettivo di questa terapia era proprio quello di abbattere i livelli di Pfas nel sangue dei cittadini veneti.

Iniziativa lodevole, ma per il ministro Beatrice Lorenzin la plasmaferesi è inutile e fortemente sconsigliata se si vuole abbassare i livelli di Pfas nel sangue. La risposta della Regione è stata ferma e prudente al tempo stesso. Ferma nel mostrare i dati in cui si certifica che la plasmaferesi è stata utile per i cittadini veneti. Prudente nel sospendere la terapia, in attesa che di un confronto rapido su questo argomento tra Roma e Venezia.

Altro motivo d'attrito è la posizione espressa dal ministro Lorenzin, secondo cui né il suo ministero né l'Iss siano stati interessati dalla Regione Veneto sull'utilizzo di questa terapia. Ma la Regione smentisce.

L'atto con il quale la giunta regionale del Veneto approvava e descriveva minuziosamente le procedure per l'utilizzo della plasmaferesi per abbattere la contaminazione da Pfas è stato inviato al ministero della salute con lettera formale del 4 luglio 2017, a firma del direttore generale della sanità veneta Domenico Mantoan - si legge in una nota diffusa dall'ente regionale - Documento che si concentra sulle modalità di trattamento dei soggetti con alte concentrazioni di Pfas, indicando esplicitamente la plasmaferesi, con una premessa denominata razionale, nella quale si precisa che l'utilizzo della plasmaferesi nella rimozione di sostanze tossiche è previsto nelle linee guida della Società Americana di Aferesi e che il trattamento è routinariamente utilizzato nei protocolli terapeutici di pazienti con patologie autoimmuni, ma anche interessati da intossicazioni acute.

Un rimpallo tra Stato e Regione su cui il Movimento 5 Stelle ha gioco facile per inserirsi con le sue considerazioni.

Da una parte – spiega il consigliere regionale 5 Stelle Manuel Brusco - c'è un governo nazionale che vorrei poter definire ridicolo, se non fosse che qui non c'è proprio niente da ridere. Un governo che si muove solo ora, dopo anni di scaricabarile in cui ha snobbato la situazione, e che si muove solamente perché fra poco si va a votare. Dall'altra c'è una Regione che è in una posizione anche peggiore e che dopo tutto questo tempo non è ancora in grado di dare una risposta chiara e definitiva ai cittadini.

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