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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Cologna Veneta / Via Indipendenza

Pfas, Miteni: "Allarme infondato". Ma il M5S rilancia: "Mettiamoli fuorilegge"

L'azienda si difende affermando che le "conclusioni non rispettano elementari regole scientifiche della statistica tra impostazione e conclusioni", mentre Silvia Benedetti rilancia il proprio progetto di legge per portare a "0" il limite di sostanze perfluoroalchiliche nelle acque

Leggiamo sulla stampa conclusioni errate e infondate a cui sarebbe giunto lo studio presentato dal dott. Enzo Merler, affermazioni che stanno provocando grande preoccupazione tra i lavoratori di Miteni.

È la stessa azienda di Trissino a fornire la propria interpretazione dei dati usciti dal simposio che si è tenuto in questi giorni a Venezia, dal quale sarebbe emerso un superiore tasso di mortalità tra i suoi dipendenti. Un dato fornito dopo quello che vede valori alterati nel sangue dei giovani della zona interessata dall'inquinamento. 

Già da una prima analisi del documento appare del tutto evidente che i dati non esprimono quanto riportato. I risultati indicati si collocano in una variabile che comprende la parità tra dato atteso e dato riscontrato e non è pertanto giustificata alcuna conclusione circa una più elevata mortalità e tantomeno l’'identificazione di patologie correlate all’ esposizione da pfas, sulla base di quanto descritto.

È opinione dell’azienda che sia del tutto inappropriata questa continua diffusione di dati che dagli stessi autori sono considerati preliminari, non conclusivi e incompleti a fronte di studi attendibili, pubblicati e validati dalla comunità scientifica che esprimono quasi univocamente conclusioni diverse.

Appare evidente inoltre che non è corretto confrontare i lavoratori dell'’industria con la popolazione intera del Veneto che è composta da stili di vita e territori molto diversi.

Seguendo lo schema dei risultati illustrati dallo studio bisognerebbe affermare anche che i lavoratori Mteni sono protetti dal tumore al polmone e dalle malattie ischemiche cardiache poiché la diminuzione di queste patologie è uguale all’'aumento di altre che vengono invece definite preoccupanti.

I risultati non solo non dicono quanto riportato ma è altrettanto evidente che con numeri così piccoli un singolo malato in più o in meno cambia completamente il risultato, e questo peraltro in assenza di qualsiasi analisi dei fattori di confondimento o di altre esposizioni, come peraltro esplicitato dallo stesso relatore.

Le conclusioni non rispettano elementari regole scientifiche della statistica tra impostazione e conclusioni e creano allarme senza alcun motivo.

Chi invece interviene in maniera categorica, dopo i risultati dello studio effettuato su un campione di lavoratori della fabbrica Miteni dal Servizio Epidemiologico Regionale, è la deputata del Movimento 5 Stelle Silvia Benedetti. 

Ancora numeri drammatici che evidenziano gli effetti della contaminazione da Pfas sulla salute dei cittadini. Purtroppo era prevedibile che andando avanti con gli accertamenti clinici sulla popolazione avremmo fatto i conti con risultati assai preoccupanti. Siamo primi al mondo in quanto a concentrazione di Pfas nel sangue di alcuni campioni di cittadini. Ora non c’è più spazio per il balletto del rimbalzo di responsabilità tra Regione e Governo su questa situazione, non c’è più spazio per le parole e per il superfluo. Bisogna intervenire sia sul piano legislativo con una legge ad hoc, visto che il decreto approvato lo scorso anno è del tutto inutile, sia con immediate misure affinchè chi ha inquinato paghi i danni e risarcisca chi è stato direttamente danneggiato, i lavoratori della Miteni, gli allevatori, i cittadini più colpiti.

È davvero folle che la Miteni e le fabbriche che hanno provocato il disastro continuino ad operare, così come è gravissimo che il Governo non abbia neanche preso in considerazione la Proposta di Legge che ho depositato l’anno scorso fissando i limiti di Pfas nelle acque, limiti pari a zero, e prevedendo i passaggi concreti per mettere fuori uso queste sostanze nocive dai prodotti industriali. Non esistono vie di mezzo possibili nello stato d’emergenza in cui è immerso il Veneto, qui non possiamo permetterci di sopportare nemmeno un granello in più di sostanza inquinante. Arrivati a questo punto non ci vuole uno scienziato per capirlo.

Che venga subito approvata la nostra legge e che si dia seguito anche a tutti gli atti presentati in Parlamento per chiedere al Governo, che fino ad oggi li ha ignorati, di intervenire in modo tempestivo anche a sostegno del mondo agricolo visto che, come risulta dalle prime indagini dell’ISS, anche la catena alimentare risulta compromessa.

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