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Cronaca Legnago / Via Carlo Gianella

Pfas, ipotesi commissario. Sabato intanto nuova protesta davanti alla Miteni

Ad organizzare la manifestazione è il Movimento 5 Stelle. Mentre la novità di una possibile nomina di un commissario da parte del governo è emersa dai tavoli tecnici tra Ministero dell'Ambiente e Regione Veneto

Un'altra protesta e l'ipotesi di un commissario. Sono queste le due novità che riguardano il problema della contaminazione da Pfas in Veneto.

La protesta è stata programmata per sabato 10 febbraio dalle 11 alle 12 dal Movimento 5 Stelle regionale e si svolgerà davanti alla sede della Miteni a Trissino, unica azienda finora ritenuta responsabile dell'inquinamento delle acqua in una porzione di territorio che comprende parte delle province di Verona, Vicenza e Padova. Il M5S manifesterà in favore dei cittadini veneti contaminati da Pfas e per chiedere a gran voce l'immediato avvio delle bonifiche del terreno inquinato.

Sono passati ormai quasi 5 anni dalla scoperta della fonte dell'inquinamento - scrivono i 5 Stelle - Cosa aspetta Zaia ad emettere l'ordinanza di bonifica del sito? Cosa aspetta la Procura di Vicenza a sequestrare i beni degli amministratori dell'azienda? Cosa aspetta il presidente della Provincia di Vicenza Achille Variati a fermare l'autorizzazione integrata ambientale della Miteni?

L'altra novità è invece emersa durante i due incontri in cui sono potuti confrontare il Ministero dell'ambiente, la Regione Veneto e una rappresentanza dei genitori No Pfas. Da Roma potrebbe giungere la nomina di un commissario straordinario insieme alla proclamazione dello stato di emergenza. 

il Ministero per bocca dei suoi tecnici ritiene che il commissario debba operare a breve attuando nuove tecnologie disponibili che consentano la potabilità acquedottistica attraverso un processo di desalinizzazione a mezzo osmosi inversa con membrane - hanno fatto sapere le due parlamentari del PD Laura Puppato e Alessia Rotta - I filtri attuali ai carboni attivi sono un procedimento dimostratosi insufficiente. Nell'arco di un anno, massimo 18 mesi si dovrà procedere speditamente con il nuovo acquedotto e in tal senso una figura tecnica dedicata, capace di coordinare le parti, sarà di grande rilevanza per il buon fine di una vicenda che è durata davvero troppo.

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