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Strage del bus ungherese sulla A4, Aifvs: «La nostra perizia è agli atti»

Alberto Pallotti, presidente dell'Associazione Italiana Famigliari e Vittime della Strada: «Primo caso in cui una onlus fornisce dati funzionali alla ricostruzione di un incidente stradale oltre a costituirsi parte civile al fianco di vittime e familiari»

Ieri, 20 settembre, si è tenuta nel tribunale di Verona l'udienza sulla strage del bus ungherese, che il 20 gennaio 2017 andò a sbattere contro un pilone di cemento dall'autostrada A4, all'altezza di San Martino Buon Albergo, provocando un incendio e causando la morte di 17 persone, tra cui 11 studenti. L'autobus, infatti, trasportava studenti e professori che stavano ritornando a Budapest dopo una gita scolastica.
Gli indagati per la strage sono sei, tra cui l'autista del mezzo che è sopravvissuto. Sarebbe stato un suo colpo di sonno a provocare l'incidente, ma tra le concause ci potrebbe essere anche la poca distanza tra il pilone autostradale e il guardrail. 

L'udienza di ieri si è conclusa con un rinvio al prossimo 24 gennaio, concesso dal giudice per permettere agli avvocati difensori di visionare una perizia tecnica svolta da una onlus, l'Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada (Aifvs), la quale era presente ieri nel tribunale scaligero con il proprio presidente Alberto Pallotti e con il legale Davide Tirozzi.

Si tratta del primo caso in cui un'associazione fornisce dati funzionali alla ricostruzione di un incidente stradale oltre a costituirsi parte civile al fianco di vittime e familiari - ha dichiarato Pallotti - Inoltre, ho anche scritto al ministro della giustizia Alfonso Bonafede, esternando preoccupazione per i probabili tempi processuali. Si è ancora fermi alla definizione del rito, nonostante i quasi tre anni dall'incidente. E la risposta istituzionale non si è fatta attendere, così come la promessa a vigilare sul caso.
Lotteremo a denti stretti per la giustizia. Abbiamo presentato una perizia, che ci è costata moltissimo, per dimostrare la responsabilità di Autostrade e del conducente del mezzo. Abbiamo chiesto un milione di euro che, a verdetto emesso, devolveremo alle famiglie poiché, pur avendo subito un danno che deve essere loro risarcito, il nostro intento non è speculativo.

L'avvocato Tirozzi è stato soddisfatto della decisione del giudice di non estromettere le parti civili dal processo. E in relazione alla quantificazione del risarcimento percepito da alcuni familiari, l'avvocato è chiaro: «La cifra ricevuta da Groupama Ungheria, senza, tra l'altro, l'assistenza di un legale di fiducia, è assolutamente irrisoria. Quest'ultima è stata, infatti, applicata a dispetto del dettame normativo e delle convenzioni internazionali in essere. Dovevano essere applicate le tabelle risarcitorie vigenti in Italia sia per i soggetti aventi diritto al risarcimento, sia per l'ammontare del medesimo».

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