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Cronaca

Pd, polemica sul Cie Venturi: "Si va avanti"

Il vice presidente della Provincia: "Sacra Famiglia un'ipotesi fattibile". Critiche al Pdl

Sulla querelle relativa al possibile Centro di Identificazione ed espulsione (Cie) veronese va in scena un’inedita alleanza. Il Pd corre in aiuto del Pdl contro il sindaco di Verona Flavio Tosi e la Lega Nord scaligera. Dopo le proteste lanciate ieri da otto assessori comunali del Pdl, oggi il Pd veronese, del quale si sono fatti portavoce il consigliere provinciale Vincenzo D’Arienzo e la consigliera di palazzo Barbieri Maria Luisa Albrigi, sono tornati sull’argomento esprimendo tutto il proprio dissenso in merito alla possibilità di un Cie nella caserma Pietro Schiavo in via Gelmetto, a Sacra Famiglia, come proposto dallo stesso primo cittadino nei giorni scorsi. Questa possibilità, tra l'altro, non è affatto rigettata dal presidente della Quinta Circoscrizione, nonché vicepresidente della Provincia di Verona, Fabio Venturi.

Gli otto assessori del Pdl, il vicesindaco Giacino, Benetti, Di Dio, Montagna, Padovani, Polato, Sboarina e il vice coordinatore provinciale Bertacco avevano fatto notare come della questione del posizionamento del Cie all’interno del territorio del comune di Verona non è mai stato discusso in Giunta. Non solo, i pidiellini hanno contestato al sindaco Tosi anche il fatto che la caserma ipotizzata, in via Gelmetto, è inserita in un contesto che “ospita già situazioni di difficile gestione riguardanti inquinamento (autostrade, tangenziali) nonché la presenza dell'unico campo nomadi a Forte Azzano”.

Proprio da questa divergenza di vedute tra Lega e Pdl parte la protesta del Pd, che è sorpreso che all’interno della maggioranza non si siano parlati ed auspica che venga coinvolto il territorio in una scelta come quella che porta alla creazione del Cie. D’Arienzo, sottolineando la totale contrarietà dell’opposizione al Centro di Identificazione ed Espulsione, ha sottolineato alcuni aspetti che, secondo lui, andrebbero ad influire sulla sicurezza del territorio sul quale graverebbe il centro. In primo luogo “a farsi carico della gestione dei Cie sono le Questure dei territori – ha detto il consigliere provinciale -, perché è la Polizia di stato che reggerebbe tutto il carico di lavoro”.

In risposta sia alle proteste dell'opposizione che alle obiezioni degli alleati ha detto la sua il presidente della Quinta Circoscrizione Fabio Venturi: "Considero l'ipotesi che ha fatto Tosi su un Cie in via Gelmetto pienamente condivisibile, perchè si tratta di una delle soluzioni più idonee all'interno del comune di Verona, ne esistono anche altre, come al Pestrino, ma non sono percorribili". Il vice presidente della Provincia non intende sottrarsi alle responsabilità: "L'istituzione dei Cie è stata approvata dal Governo del quale fa parte anche la Lega, adesso non possiamo tirarci indietro. Ho già parlato con alcuni consiglieri di circoscrizione ed organizzerò degli incontri con la popolazione per far capire che il Cie non influirà negativamente sulla qualità della vita". E poi lancia una stoccata agli alleati del Pdl: "Rispetto le posizioni del Pd che da sempre è contrario ai Cie, non li ha voluti e non li vole tutt'ora, ma non capisco il comportamento del Pdl, che prima, a Roma, ha votato in maniera favorevole all'istituzione dei Cie e adesso, a livello locale, non li vuole più".

Secondo l’esponente del Pd sostiene che la presenza di un Cie a Verona toglierebbe poliziotti dall’attuale incarico per gestire al campo di identificazione stesso. A questo si aggiunge il fatto che, intorno agli altri Centri già attivi in Itlaia, “gruppi, in particolare no-global, organizzano ogni giorno manifestazioni di contrarietà, quindi un ulteriore carico per le forze di polizia”. Queste manifestazioni, sempre secondo D’Arienzo, oltre a creare disordini portano ad attriti con la popolazione locale. Infine, ha concluso D’Arienzo: “Sono stati osservati a Modena ed a Gradisca (dove sono già attivi due Cie, ndr) degli insediamenti di associazioni di volontario che fanno assistenza agli extracomunitari che non vengono espulsi e che vengono rilasciati”. Il processo di espulsione degli immigrati non in regola copre il 30-35% dei fermati, il resto deve essere liberato sul territorio. Proprio a queste persone si rivolgono le associazioni di volontariato le quali, con la loro azione, contribuiscono senza volerlo al fatto che si fermino sul territorio per periodi più o meno brevi. La consigliera Maria Luisa Albrigi è meno tenera di D’Arienzo ed esprime tutte le sue perplessità sull’operato di Tosi: “Mi viene il dubbio che il sindaco debba sottostare ad un accordo con il ministro Maroni e non possa tirarsi indietro”

Il Cie che dovrebbe essere istituito in Veneto, perché al vaglio del ministero dell’Interno ci sono diversi siti sparsi per tutto il territorio regionale, dovrebbe contenere 350 extracomunitari irregolari, diventando uno dei centri di espulsione più grandi d’Italia, e dovrebbe impegnare 150 agenti. Per quanto riguarda Verona, attualmente gli ispettori del Viminale stanno valutando l’ex caserma di Bovolone-Isola Rizza (passata al demanio lo scorso 5 giungo e già “pronta all’uso”) e proprio l’ex caserma Pietro Schiavo a Sacra Famiglia.

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