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Cronaca Centro storico / Piazza Brà

Duro affondo del Pd: "La presenza della 'ndrangheta a Verona è una certezza"

I due esponenti del Partito Democratico Alessandro Naccarato e Vincenzo D'Arienzo, il primo peraltro membro anche della commissione parlamentare antimafia, nell'ambito di una conferenza stampa, hanno ribadito l'evidenza della presenza dell'ndrangheta nel Veronese

La criminalità organizzata a Verona c'è, si tratta di una certezza irrefutabile secondo i due esponenti del Partito Democratico Alessandro Naccarato e Vincenzo D'Arienzo, i quali nella giornata di oggi sabato 31 ottobre, nell'ambito di una conferenza stampa, si sono soffermati sul problema delle infiltrazioni mafiose in territorio veronese. Il tema è tornato alla ribalta in questi giorni, in seguito soprattutto agli sviluppi delle indagini nell'ambito dell'operazione Aemilia.

Secondo Naccarato che oltre ad essere esponente del Pd è anche uno dei membri della commissione antimafia, non si tratta più di chiedersi se anche sul suolo veronese siano presenti organizzazioni di stampo mafioso, quanto piutosto provvedere a trovare soluzioni su come impedirne l'espansione già in atto. Ciò emerge chiaramente dalle sue parole, riferite anche dall'Arena: "La presenza della ndrangheta a Verona è una certezza. Grazie al lavoro dei Carabinieri, si conferma la strategia della ndrangheta: entrare nell'economia legale veronese, inquinarla con le ingenti risorse di cui dispongono, riuscire a governare interi comparti economici al fine di riciclare denaro oltre che orientarne gli sviluppi".

Parole che poi trovano subito il loro bersaglio politico, identificato nell'attuale amministrazione comunale veronese, rea secondo gli esponenti del Partito Democratico di nascondere sotto il tappeto un problema talmente evidente che è oramai impossibile nascondere. Così si esprimono, stando a quanto riportato dall'Arena, Naccarato e D'Arienzo: "Come già emerso nel corso della visita della Commissione Antimafia in città il 30 marzo scorso, anche stavolta Verona è finita sotto i riflettori per la presenza di aziende e persone riconducibili anche a Nicolino Grande Aracri, quasi a conferma di una possibile 'assegnazione' della nostra provincia a questo segmento della criminalità organizzata. Stupisce anche il fatto che per sfuggire da indagini in corso in altre regioni d’Italia, aziende incriminate si trasferiscono a Verona. Una scelta sicuramente non casuale, probabilmente dettata dal fatto che qui vi è un 'tessuto ricettivo' maggiore o una presenza più capillare di 'amici' rispetto ad altre località. La mafia qui, in una provincia come la nostra economicamente dinamica, danneggia la concorrenza che non sarà più garantita solo dalle capacità imprenditoriali. A questo proposito, i diversi incendi ad aziende e mezzi tecnici sono l'altra faccia della medaglia. Da una parte l'operatività di aziende e dall'altra l'intimidazione. E che dire della nostra sicurezza?". E ancora: "Serve un’offensiva dell'intera società veronese, istituzioni in primis, in modo da sviluppare gli anticorpi al cancro mafioso. Lo Stato sta facendo la sua parte, in primis nella persona del prefetto Mulas. Ci aspettiamo altre interdittive, ma adesso tocca anche a Comune e Provincia fare la propria parte. Depositeremo un'interrogazione parlamentare in primis per rinnovare la richiesta al ministro Alfano di presenziare un Comitato Ordine e Sicurezza Pubblica, specificatamente dedicato alla presenza malavitosa a Verona ed in secondo luogo per approfondire meglio la rete relazionale veronese che circondava le società e le persone interessate".

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