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Cronaca Centro storico / Piazza Vescovado

Islamici a messa, una voce contraria. "Non siamo tutti figli dello stesso Dio"

La veronese Patrizia Stella, con una lettera critica l'iniziativa che vede i rappresentanti della religione islamica presenti alle celebrazioni cristiane in nome della pace

Tra fede e lotta al terrorismo. Oggi, 31 luglio, è la domenica successiva all'attentato di Saint Etienne du Rouvray, dove dei giovani fanatici affascinati e radicalizzati dallo Stato Islamico hanno ucciso il religioso Jacques Hamel durante una messa. Per mandare un messaggio di unità tra le religioni contro l'estremismo, oggi, anche a Verona le chiese cattoliche sono state aperte ai mussulmani. Un modo per mostrare in maniera concreta, l'unione tra le religioni nel nome della pace. L'appello è stato raccolto ad esempio a San Bonificio e a Legnago l'imam di Verona ha partecipato alla messa del vescovo Zenti. E così anche in altre città italiane.

Ma una voce fuori dal coro si è alzata proprio da Verona, con una lettera scritta da Patrizia Stella in cui si legge: "Mentre la Cei plaude all’iniziativa (peraltro molto strana) da parte di qualche Iman musulmano di invitare i musulmani a partecipare, in segno di pace e fratellanza, alla celebrazione della Santa Messa domenicale nelle chiese cattoliche, molti si domandano perplessi quale significato può avere questo gesto enigmatico. In effetti da certi pulpiti cattolici già si canta alla vittoria, già si parla della bellezza di adorare tutti insieme lo stesso Dio, ma questo è di una gravità inaudita. Come si può mettere sullo stesso piano, tanto per restare nelle due religioni più grandi e discusse, Maometto con Gesù Cristo?".

"Possibile che lor, Signori Cardinali, Vescovi e sacerdoti - continua Patrizia Stella - abbiano messo nel dimenticatoio l’essenza della nostra Fede, non un particolare qualunque, per amore di santa fratellanza? Ma sono davvero convinti, oltretutto, che adorare l’unico dio massone che accontenta tutti sia foriero di pace? Da quando Papa Bergoglio, infatti, ha inviato quel video dove si annuncia erroneamente che siamo tutti figli dello stesso Dio, sembra che la situazione stia notevolmente peggiorando. Ma che ce ne facciamo di una pace per la quale dobbiamo seppellire, oltre alle armi, anche la nostra fede, famiglia, identità, cultura, patria, stato di diritto, coscienza, arte, musica, cucina? Credo che invocheremmo la guerra per tornare a riprenderci quella libertà preziosa che Cristo stesso ci ha guadagnato, dice San Paolo".

Una posizione controversa, quella della veronese Patrizia Stella, espressa in un messaggio che termina così: "Forse questa avanzata della violenza cieca è il castigo che ci siamo meritati a causa dei nostri peccati di infedeltà, di immoralità e spesso anche di sacrilegio".

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