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Cronaca Pastrengo / Via Maggiore Alessandro Negri di Sanfront

Pastrengo. Alessandra si era rivolta ad un legale per tenere a bada l'ex

La stampa locale riporta le dichiarazioni dell'avvocato a cui la donna avrebbe chiesto di mandare una lettera per diffidare Jean Luc dal contattarla, rifiutandosi però di intraprendere una vera e propria azione legale nei suoi confronti

Diverse ore dopo l'omicidio di Alessandra Maffezzoli, avvenuto per mano di Jean Luca Falchetto, viene alla luce la voglia del 53enne di non arrendersi alla fine della loro relazione, sfociata in alcuni episodi che probabilmente non farebbero comunque pensare ad un simile epilogo, ma che se fossero stati affrontati con gli opportuni mezzi legali forse avrebbero salvato la vita della donna. 
L'Arena riporta le dichiarazioni dell'avvocato Massimo Belligoli, collega di studio di un'amica della vittima, Nicoletta Bertazza, a cui Alessandra si sarebbe rivolta dopo alcuni episodi persecutori. Al legale la 46enne infatti aveva raccontato del danneggiamento della propria auto, denunciato ai carabinieri, e degli agguati che l'uomo le tendeva, facendosi trovare sotto casa ma anche altrove, arrivando a stendersi davanti alla sua auto: "Le avevamo suggerito di farla per stalking ma lei non voleva, diceva che si vergognava di essere finita in una situazione simile". La donna non aveva intenzione quindi di ferire l'ex compagno e avrebbe anche rinunciato a provare ad ottenere il divieto per lui di recarsi nel suo comune di residenza e in quello di lavoro. 
Anche il figlio più grande della vittima, Alberto Di Pietro di 18 anni, era a conoscenza della difficile situazione in cui si trovava la madre ma neppure lui immaginava una simile conclusione. Al giornale scaligero il ragazzo ha confidato di essere a conoscenza sia dell'atto vandalico ai danni della macchina, sia che Jean Luc avrebbe buttato a terra il cellulare della donna. 

Tutti piccoli campanelli d'allarme, che probabilmente solo ora risaltano agli occhi anche di coloro che pur trovandosi a conoscenza dei fatti non avrebbero comunque mai immaginato che l'uomo potesse arrivare a tanto. Anche i suoi vicini di casa a Pesina di Caprino sono sconvolti, descrivendolo come una persona riservata e schiva che mai aveva dato segni di poter compiere un atto simile. 
Resta quindi l'amaro in bocca, alla luce anche delle dichiarazioni dei vicini, per l'ennesimo femminicidio che forse poteva essere evitato con qualche provvedimento più severo. 

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