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Cronaca Centro storico / Piazza Bra

«I veronesi hanno passato la Pasqua a casa nel rispetto delle regole»

Il sindaco di Verona Federico Sboarina ha ringraziato coloro che hanno lavorato, ma anche coloro che non sono usciti dalle proprie abitazioni. «Gli agenti della polizia locale hanno fermato 349 persone con solo 9 sanzionati»

In ventiquattr'ore, fra il 21 e 22 marzo scorsi, Verona ha registrato il suo primo picco di contagi di coronavirus, con 170 nuovi casi. Era stato l'esito dal weekend del 7 e 8 marzo, quando città, Lessinia e Lago di Garda registrarono la presenza di migliaia di persone, nonostante l'emergenza sanitaria già in atto. Proprio per effetto di quei molti contatti sociali, esattamente 14 giorni dopo, sono arrivati i dati che nel giro di poco hanno reso Verona "attenzionata" in Veneto per la sua impennata.
Proprio per eliminare un rischio potenzialmente analogo, in questo week end pasquale sono stati disposti massicci controlli per verificare il rispetto delle limitazioni imposte per contenere il diffondersi del Covid-19.

«I veronesi hanno trascorso una Pasqua diversa dal solito, ma nel pieno rispetto delle regole - ha commentato il sindaco Federico Sboarina - La Pasqua più difficile dal dopoguerra ha confermato il senso civico della nostra città, una prova di attenzione alla propria salute e a quella dell’intera comunità. Ringrazio i cittadini uno ad uno, so che ciascuno sta facendo grandi sforzi ma ne vale la pena. I controlli di domenica hanno confermato che è andato tutto bene. Il nostro obiettivo era scongiurare comportamenti come quelli del fine settimana del 7 e 8 marzo e, numeri alla mano, posso dire che ci siamo riusciti. Le forze dell'ordine, come in tutta Italia, erano in strada, e solo i nostri agenti della polizia locale hanno fermato 349 persone con solo 9 sanzionati. Anche il generale Tota mi conferma che i controlli sui parchi e zone sensibili del nostro Comune con il drone hanno certificato il rispetto delle regole. Il ringraziamento è veramente speciale, a chi ha lavorato ma anche a chi è stato a casa, perché questo ci permette di andare più spediti verso il contenimento dei contagi, e quindi verso la progressiva riapertura».

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