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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Sant'Anna d'Alfaedo / località Spionca

In tre sorpresi a caccia nel parco della Lessinia: scattano le denunce

I cacciatori stavano partecipando ad una battuta al cinghiale in località Spionca, quando si sono allontanati per entrare armati nel parco naturale, dove sono stati però trovati dai carabinieri

Erano impegnati in una battuta di caccia al cinghiale in località Spionca, quando i tre cacciatori si sono allontanati addentrandosi all’interno del Parco Naturale della Lessinia, venendo però sorpresi dai carabinieri della stazione Forestale di Bosco Chiesanuova, che stavano eseguendo un controllo antibracconaggio insieme ai colleghi della stazione di Tregnago ed i Guardiaparco.
Intercettati, i tre hanno fornito le proprie generalità: si trattava di L.I. di 68 anni, L.M. di 31 anni e B.A. di 61 anni, tutti residenti in Sant'Anna d’Alfaedo. I cacciatori sono stati denunciati all'autorità giudiziaria per introduzione di armi da fuoco nel Parco Naturale Regionale della Lessinia, ai sensi degli articoli 11 e 30 della L. 394/1991 “Legge quadro sulle aree protette”, una violazione che comporta l'arresto fino a sei mesi o l'ammenda da 103 a 12.911 euro. Mentre, per l'esercizio di caccia all’interno dell’area protetta, ai sensi dell’articolo 30 L. 157/1992 “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio”, può scattare l'arresto fino a sei mesi e l'ammenda da 465 a 1.549 euro.

Il sequestro delle armi poi, ha permesso ai carabinieri di accertare come il fucile di uno dei tre, L.I., fosse stato artigianalmente modificato così da aumentare la sua potenza di fuoco. Il controllo così è stato esteso alla sua sua abitazione, dove è stata trovata un''altra arma da caccia analogamente modificata, motivo per il quale i militari hanno denunciato il cacciatore anche per il reato di alterazione d’arma, previsto dall’articolo 3 della legge 110 del 1975 “Norme sul controllo delle armi, delle munizioni e degli esplosivi reclusione”, che può portarte alla reclusione da uno a tre anni e la multa da 155 a 1.032 euro. 

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