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Cronaca Borgo Trento / Piazzale Aristide Stefani

Covid-19: peggiora la situazione a Verona. Sboarina preoccupato: «Ridurre spostamenti»

Appello del sindaco di Verona: «Massima attenzione, ce lo chiedono i medici. Usate la mascherina, ridurre al minimo gli spostamenti». Direttore sanitario dell'Azienda ospedaliera Di Francesco: «Non siamo pronti a questa velocità di contagi. Non andate a trovare i nonni»

Il sindaco scaligero Federico Sboarina, insieme al direttore sanitario dell'Azienda ospedaliera Vittorio Di Francesco e alla direttrice sanitaria dell'Ulss 9 Scaligera Denise Signorelli, hanno fornito in conferenza stampa quest'oggi, sabato 31 ottobre, alcuni aggiornamenti sull'attuale situazione negli ospedali e nella città di Verona, a fronte della pandemia da coronavirus Sars-CoV-2. Ieri i positivi al virus in città sono stati 213 in più rispetto al giorno prima, per un totale di 832. Un'impennata rispetto alla media di circa 70 nuovi contagi delle giornate precedenti e che ha fatto scattare l'allerta del sindaco e dei sanitari.

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L'aumento in un solo giorno, mai registrato prima d'ora da quando è iniziata la fase autunnale del virus, è considerato «preoccupante» anche in considerazione del weekend ad alto rischio, tradizionalmente dedicato alla festa di Halloween e alla commemorazione dei defunti. Di qui dunque l'appello del Comune e delle istituzioni sanitarie che, alla luce degli ultimi dati, invitano i cittadini a «non uscire se non è indispensabile, ad evitare di andare a trovare i nonni e le persone più fragili, a non recarsi negli ospedali se non per motivi urgenti». Quando si esce, la raccomandazione è quella di «non allentare mai la presa, ovvero di adottare sempre le misure anticontagio anche e soprattutto nei luoghi e nelle situazioni in cui si pensa di essere più sicuri dal contagio».

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«È stata una settimana complicata, - ha detto il sindaco Sboarina - con i problemi di carattere economico e sociale in primo piano, causati dalle chiusure dell'ultimo Dpcm e dalla legittima preoccupazione dei cittadini che vorrebbero poter lavorare. Tuttavia, non dobbiamo assolutamente distogliere l'attenzione dal principale problema provocato dalla pandemia, che è quello sanitario. Che la situazione stia diventando sempre più preoccupante lo dicono i numeri, e in particolare l'impennata di contagi registrati in un solo giorno in città, 213 nuovi positivi nell'arco di ventiquattrore, mente nei giorni scorsi i nuovi casi non superavano le 70 unità giornaliere. È evidente la gravità del momento e la necessità da parte di tutti di fare la propria parte. - ha specificato il sindaco Sboarina - Questa è la fase in cui dobbiamo usare la testa e pensare prima di agire. Vale per gli spostamenti e per le uscite fuori casa che dobbiamo ridurre al minino, mantenendo solo quelle strettamente necessarie; ma anche per i comportamenti che adottiamo in qualsiasi posto ci troviamo, compresi quelli in cui ci sentiamo più sicuri dal contagio. È proprio questo che non dobbiamo fare, allentare le misure di prevenzione come l'uso della mascherina, perché sono l'unico strumento che abbiamo per proteggere noi e gli altri dal virus».

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Il sindaco di Verona Sboarina ha poi ricordato: «Un anno fa, nel weekend di Halloween con le feste per grandi e bambini, tutti i locali e le discoteche erano aperte, adesso invece sono chiusi e il rischio è che si creino assembramenti nelle strade o peggio feste nelle case private con tante persone. L'appello - ha detto ancora il sindaco di Verona Federico Sboarina - è di continuare a essere responsabili in ciò che facciamo, rispettiamo il distanziamento sociale anche quando ci sentiamo al sicuro. Domani ricorre anche le festa dei santi, è abitudine recarsi nei cimiteri e fare visita ai propri cari. Anche in questo caso, l'invito ai cittadini è di prestare la massima attenzione e agli anziani di uscire il meno possibile oppure in spazi aperti e poco frequentati. Rispetto alla prima fase di marzo, in cui la comunità scientifica ci forniva le proiezioni e il presunto picco dei contagi, ora lo scenario è diverso e non abbiamo previsioni di come possa procedere la progressione. I nostri medici stanno facendo ancora una volta l'impossibile e il Comune è a disposizione per qualsiasi necessità ci venga richiesta».

«Non siamo pronti ad una velocità di contagi come questa. - ha detto Di Francesco - I letti ci sono, così pure i respiratori, siamo attrezzati e organizzati per accogliere un numero importante di pazienti, ma ci sono anche le altre patologie da curare e le altre emergenze a cui rispondere. Abbiamo aperto una parte del piano della spina centrale di Borgo Trento, collegata alla rianimazione e alla semirianimazione. Ci stiamo avvicinando alle prossime tappe che prevedono aperture di ulteriori interi reparti Covid, fin qui teniamo, ma se la pressione continua a salire la situazione potrebbe peggiorare. Ecco perché è fondamentale tenere sotto controllo la curva dei contagi. Il timore è che, in particolare in questo weekend di Halloween e delle visite nei cimiteri, venga meno il senso di responsabilità a cui continuamente ci si appella e che i veronesi hanno dimostrato di avere. Un'attenzione particolare va ai nonni e agli anziani, non è questo il momento di andare a trovarli, fate loro un danno non un regalo. Anche gli accessi in ospedale sono vivamente sconsigliati se non indispensabili, è un luogo in cui il virus è presente».

Scendendo nel dettaglio dei numeri, la direttrice dell'Ulss 9 Scaligera Denise Signorelli ha rivelato: «Alla data del 30 ottobre, i positivi in tutta la provincia erano 3.073, il giorno precedente erano 2.537, con il dato di Verona città che in un solo giorno ha registrato 213 nuovi contagi. A queste si aggiungono le 4 mila persone che non possono uscire di casa, perché in quarantena o in isolamento fiduciario o perché in attesa di effettuare il tampone. Nell'ultima settimana ne abbiamo processati 13 mila, c'è stato un rallentamento nella refertazione causato dal guasto di un macchinario e da minor personale disponibile perché ammalati, ma con il supporto dell'azienda ospedaliera e di alcuni laboratori stiamo già tornando alla normalità».

La direttrice dell'Ulss 9 Scaligera Denise Signorelli ha poi precisato: «È chiaro che anche le nostre strutture cominciano ad essere sotto stress, con gli operatori del sistema di igiene e sanità pubblica che si trovano, come i medici ospedalieri, a gestire una mole di contatti mai vista finora. Rispetto agli ospedali, - ha aggiunto la direttrice sanitaria dell'Ulss 9 Signorelli - quello di Villafranca resta il principale punto Covid con 58 ricoverati e 14 in terapia intensiva. Non siamo ancora nella fase 3 regionale, rispetto alla quale Villafranca diventa totalmente Covid Hospital, ma visto l'andamento dei numeri immagino che verrà decretata già nei primi giorni della settimana. La difficoltà è nel mantenere attive tutte le attività, le altre patologie ci sono, stiamo cercando di governare le liste d'attesa ma i cittadini devono essere preparati e portare pazienza se verranno contattati per lo spostamento di qualche visita o intervento non urgente».

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