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Cronaca Centro storico / Via Roma

Fondazione Arena, i timori del comitato Opera Nostra sul nuovo contratto

Mentre sindacati e vertici dell'ente discutono sul nuovo contratto integrativo, il comitato ha avanzato alcuni suggerimenti per alleggerire il carico dei sacrifici chiesto ai lavoratori

Sono giorni di spettacoli all'interno dell'Arena ma sono giorni di trattative all'interno di Fondazione Arena. Il comitato Opera Nostra ha spiegato che sindacati e vertici dell'ente lirico stanno discutendo del nuovo contratto integrativo, necessario per far entrare nelle casse della fondazione i 10 milioni di euro di mutuo garantito dalla Legge Bray.

Nel giugno 2016 era stato sottoscritto l'accordo tra le parti sociali che determinava un taglio del costo del lavoro di oltre 3 milioni di euro. Oltre a questo, è stata disposta anche la chiusura del Filarmonico per due mesi e in più è stato tagliato anche il corpo di ballo, scelta quest'ultima che ha generato un mare di polemiche.

Di fatto - scrivono dal comitato Opera Nostra - gli artisti e le maestranze stanno oggi pagando un prezzo davvero alto per responsabilità che vanno addebitate ad altri, e in particolare al duo Tosi - Girondini, rispettivamente ex presidente ed ex sovrintendente della Fondazione Arena di Verona. Nei fatti, l’apporto dei lavoratori al risanamento del bilancio è secondo solo alla quota versata dallo Stato, mentre la partecipazione delle istituzioni e dei privati è calata sensibilmente, al punto che nei giorni scorsi è intervenuta addirittura la Corte dei Conti, stigmatizzandone il comportamento. Il contributo del Comune di Verona, ad esempio, è sceso da 1 milione e mezzo nel 2015 ai 300mila euro del 2016, mentre quello della Regione, che fino a qualche anno fa consisteva in 1 milione e 200mila euro, si è ridotto esattamente alla metà. È come se le istituzioni, principali responsabili del dissesto, per le scelte fatte o non fatte, avessero deciso di tirarsi da parte lasciando ai lavoratori e alle lavoratrici, di fatto posti sotto ricatto, l'incombenza di rimettere a posto le cose. E senza che i lavoratori e le lavoratrici possano partecipare alle decisioni.

Altro punto criticato dal comitato è l'erogazione del premio di produzione legato al pareggio di bilancio.

Il premio per la stagione estiva 2016 è stato distribuito solo nel febbraio 2017, dopo la presentazione del bilancio, e per gli aggiunti, o precari, che dir si voglia, l’attesa è ancor più lunga - insiste Opera Nostra - È una vera e propria spada di Damocle sulla testa dei lavoratori e delle lavoratrici, se teniamo conto che il bilancio 2016 è in attivo di soli 370 mila euro circa. Basterebbe qualche serata cancellata per il maltempo per spezzare quel sottile filo sospeso sulla testa dei dipendenti.

Il comitato entra poi nel merito della trattativa in corso sul contratto integrativo per i dipendenti di Fondazione Arena. 

Il nostro timore - scrivono - è che la direzione sia intenzionata ad inserire nel nuovo accordo la parte inerente i premi. Pertanto, una penalità pensata per durare tre anni, come previsto dalla Legge Bray, verrebbe dilatata per un periodo indeterminato. Basterebbe che la direzione di Fondazione Arena negasse ogni trattativa in occasione dei futuri rinnovi e i premi verrebbero subordinati al pareggio di bilancio per chissà quanto tempo.

In aiuto ai lavoratori, il comitato Opera Nostra rivolge una serie di suggerimenti ai nuovi vertici della Fondazione, il presidente Sboarina e il sovrintendente Polo.

Varrebbe la pena rivolgere lo sguardo anche al passato, per scoprire magari che ogni sedile in metallo occupa due dei vecchi posti a sedere. In compenso, ovviamente il prezzo del biglietto è aumentato, rendendo difficile alle famiglie e alle persone meno abbienti accedere all’opera. Aumentare la capienza e rendere i biglietti più accessibili, genererebbe quasi sicuramente più introiti. E restando con lo sguardo rivolto al passato, scopriremmo anche che, forse, quando la biglietteria non era appannaggio esclusivo di Unicredit, che la controlla tramite la società Ticket One, i biglietti venivano venduti in modo più capillare, e quindi in numero maggiore. Tutto questo senza tener conto che affidare la biglietteria, e quindi la liquidità, al maggior creditore, non ci sembra cosa intelligente. Infine, c'è la convenzione tra Comune e Fondazione, che prevede l'affitto dell'anfiteatro ad artisti extra lirica al costo irrisorio di 40 mila euro a fronte di incassi che possono arrivare anche a 500mila euro. Inoltre l'allestimento e il disallestimento tra concerti pop e opere liriche, il cui costo è quantificabile all'incirca in un milione di euro, è totalmente in carico ai bilanci della Fondazione. Alzare drasticamente gli affitti ci sembra quindi giusto e necessario, destinandone una parte a Fondazione Arena, tanto più che attualmente, dopo il congelamento di Arena Extra, li gestisce direttamente il Comune.

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