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Cronaca Centro storico / Via Roma

Omicidio stradale, stop all'ergastolo sulla patente. E le associazioni insorgono

Sono delusi, arrabbiati e si sentono presi in giro. Sono i genitori delle vittime della strada che non vogliono arrendersi ad una legge sull'omicidio stradale che ritengono ingiusta. Pallotti: "Andremo davanti a Montecitorio"

“Noi abbiamo l'ergastolo del dolore per la perdita dei nostri figli, ma i nostri politici non se la sentono di togliere la patente a chi li ha uccisi perché era ubriaco o drogato”. Questo l’esordio di Patrizia Pisi, responsabile per Verona e il Veneto di Avisl (Associazione vittime di incidenti stradali, sul lavoro e malasanità), nel commentare l'assenza del ritiro a vita della licenza di guida tra le pene applicabili a chi si macchia di omicidio stradale. E prosegue: “Gli striscioni con i visi dei nostri figli parlano da soli. La patente è una licenza di guida, non una licenza per uccidere ancora. Come si può far tornare a guidare chi ha investito e poi trascinato per chilometri una ragazzina o ha ucciso un bimbo sotto gli occhi dei genitori? Noi siamo pronti a combattere: stiamo organizzando una protesta contemporanea in molte città italiane per dire “no” alla giustizia ingiusta.” La pazienza ha raggiunto il limite e ora “andremo davanti a Montecitorio”, tuona Alberto Pallotti, presidente nazionale dell'Associazione familiari e vittime della strada (Aifvs), “per parlare con chi ci aveva assicurato pubblicamente il 6 dicembre scorso durante una manifestazione nazionale che sarebbe stato introdotto il reato di omicidio stradale, ovvero il sottosegretario alle Infrastrutture Riccardo Nencini. Poi andremo da Renzi che da tre anni promette l'omicidio stradale. Siamo stati sfruttati per avere consensi in campagna elettorale, questa è la verità!”. Pallotti poi punta il dito: “Ce lo aspettavamo che davanti al bivio i nostri politici avrebbero fatto dietrofront. Si nascondono dietro una possibile illegittimità costituzionale. Lo dicano a una mamma che ha perso il suo unico figlio”, conclude il presidente di Aifvs, come riporta L’Arena, “che togliere la patente a vita a chi glielo ha ucciso potrebbe essere illegittimo”.

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