Omicidio di Pastrengo. Perantoni lunedì era già morto? Proseguono le indagini

Incessante e metodico, il lavoro degli investigatori prosegue nel tentativo di dare un volto e un nome a quella, o quelle persone, che hanno posto fine alla vita di Romano Perantoni, trovato morto nel tardo pomeriggio di martedì nella sua abitazione del residence Stella di via Papa Luciani in località Tacconi. 
I carabinieri stanno sentendo i vicini di casa della vittima, nella speranza che qualcuno possa aver notato elementi utili alle indagini, come riporta il quotidiano L'Arena. La casa di "Mano", questo il suo soprannome, si trova infatti in una strada chiusa che ospita dei giardinetti e un piccolo parco giochi per bambini, aree frequentate dai residenti che si godono la brezza serale in questi ultimi giorni d'estate, ed è quindi possibile che qualcuno abbia visto un'auto, una persona, o magari udito qualcosa che lì per lì non aveva alcun significato particolare ma che con il senno poi potrebbe invece rivelarsi molto importante. Stando alle ricostruzioni fatte dagli inquirenti, Perantoni quasi certamente lunedì era già morto: a sostegno di questa tesi, come si legge su L'Arena, ci sarebbe la mancata risposta alla telefonata del fratello e il fatto che non si sarebbe presentato in caserma a Pastrengo dove aveva l'obbligo di firma. Il 60enne infatti a novembre sarebbe tornato in aula per una vicenda legata allo spaccio di stupefacenti: un'accusa legata a pochi grammi di droga, per la quale però la vittima si sarebbe sempre dichiarata innocente. 
Ora si attende l'analisi dei tabulati telefonici, che potrebbe portare alla luce nuovi contatti di "Mano" con il mondo esterno, mentre finora non sarebbe stata trovata alcuna traccia di droga in casa sua.