rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Centro storico / Piazza Bra

Obbligo vaccinale per chi ha più di 50 anni e stato di emergenza: due date, un perché

Due date (più una) sulle quali riflettere: 15 febbraio, 31 marzo 2022 (e 15 giugno)

In attesa che il decreto-legge approvato il 5 gennaio 2022 dal governo all'unanimità entri in vigore il giorno seguente la sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, circostanza che dovrebbe avvenire già oggi venerdì 7 gennaio, l'unica cosa certa in merito alla misura che più sta facendo discutere in queste ore, ovvero l'obbligo vaccinale per gli over 50, è quanto comunicato in una nota di palazzo Chigi:

«Il testo introduce l’obbligo vaccinale per tutti coloro che hanno compiuto i 50 anni. Per i lavoratori pubblici e privati con 50 anni di età sarà necessario il green pass rafforzato per l’accesso ai luoghi di lavoro a far data dal 15 febbraio prossimo.  Senza limiti di età, l’obbligo vaccinale è esteso al personale universitario così equiparato a quello scolastico».

Analizzando le informazioni che sono qui racchiuse emergono alcune cose interessanti: la prima è che di fatto il green pass rafforzato viene per la prima volta in modo esplicito dallo stesso governo italiano accostato all'obbligo vaccinale. Insomma, se siete un cinquantenne con un'occupazione lavorativa, il vero obbligo vaccinale (e la relativa sanzione, ovvero essere sospesi senza stipendio) sarà per voi quello di poter accedere al luogo di lavoro solo con super green pass a partire dal prossimo 15 febbraio 2022.

La stessa cosa non può dirsi per tutti i membri del personale universitario, ai quali in questo caso senza limiti di età viene esteso l'obbligo vaccinale nelle medesime modalità già applicate al personale scolastico. Qui non conta l'anagrafe, bensì la categoria professionale di appartenenza, esattamente come già avvenuto inizialmente per il personale sanitario, quindi forze dell'ordine, militari e operatori di soccorso.

La cosa curiosa è che per un professore, universitario o meno e al pari di tutte le altre categorie soggette all'obbligo, il quale abbia più di 50 anni, il controllo risulterà essere duplice: da un lato in quanto lavoratore pubblico con più di 50 anni dovrà esibire il super green pass all'accesso in ateneo dal 15 febbraio prossimo, dall'altro in quanto appartenente alla categoria del personale universitario, a priori, dovrà altresì essere verificato il suo status vaccinale. È quanto avvenuto sinora per medici e infermieri: all'ingresso dell'ospedale, in quanto luogo di lavoro, può/deve essere loro chiesto di esibire il green pass (finora anche quello "base"), ma a monte ogni azienda ospedaliera è informata circa lo status vaccinale di tutti i suoi lavoratori soggetti all'obbligo.

Sin qui, dunque, quanto è dato sapere in via ufficiale. In via ufficiosa, invece, come sempre in queste situazioni, sono state date alla stampa le informazioni più succulente. In particolare, ha fatto molto parlare di sé finora la cosiddetta multa da 100 euro, una tantum, ovvero irrogata una sola volta, nei confronti di quelle persone che avendo più di 50 anni risulteranno soggette all'obbligo ma decideranno ugualmente di non vaccinarsi. C'è chi ha bollato la multa da 100 euro come una «buffonata» che ridurrebbe l'efficacia dell'imposizione, certo resta il fatto che, come detto all'inizio, il vero scoglio per un soggetto over 50 che non voglia vaccinarsi sarà il fatto così di non poter ottenere il super green pass che, solo, gli consentirà di accedere al proprio luogo di lavoro. Fosse solo la multa da 100 euro, un cinquantenne no-vax convinto è facile ipotizzarre la pagherebbe senza tante remore. È probabilmente ciò che faranno le persone disoccupate, restie all'idea di vaccinarsi e che non vogliano cedere: pagheranno la multa da 100 euro e continueranno ad essere disoccupate. Il problema, in ogni caso, è che di questa sanzione da 100 euro che dovrebbe essere irrogata dall'Agenzia delle entrate, al momento non vi è menzione esplicita nella bozza del decreto-legge.

Ciò che invece contiene la bozza del decreto-legge di cui, come detto, si attende la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, è un'altra data molto interessante, soprattutto se messa in relazione, ancora una volta, alla data della fine dello stato di emergenza nazionale a causa della pandemia da Covid-19 in Italia. Come noto, ad oggi, è previsto che lo stato di emergenza nazionale termini il prossimo 31 marzo 2022. Tuttavia, nella bozza del decreto-legge approvato il 5 gennaio dal governo, là dove si introduce l'obbligo vaccinale per tutte le persone in Italia che hanno già compiuto o compiranno i 50 anni di età, lo si fa, come detto, introducendo tale obbligo a partire dal 15 febbraio, ma altresì si specifica che tale obbligo «sussiste fino al 15 giugno 2022».

Insomma, lo stato di emergenza nazionale dovrebbe concludersi il 31 marzo 2022, ma l'obbligo vaccinale per i soggetti dai 50 anni di età in su resterà valido fino al 15 giugno 2022. Al che, i casi che si prospettano sono in sostanza due: o lo stato di emergenza in Italia verrà ulteriormente prorogato fino, qualcuno con buona evidenza prevede almeno, parimenti, al prossimo 15 giugno 2022; oppure, in alternativa, il 31 marzo 2022 lo stato di emergenza scadrà per tutti i soggetti residenti in Italia fino ai 49 anni di età, mentre gli over 50 vivranno a loro modo un personalissimo, e onestamente abbastanza inedito, stato di emergenza ad personam che li vedrà soggetti all'obbligo vaccinale cucito anagraficamente su di loro fino al prossimo 15 giugno 2022. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Obbligo vaccinale per chi ha più di 50 anni e stato di emergenza: due date, un perché

VeronaSera è in caricamento