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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Centro storico / Piazza Bra

I numeri della lirica, il pubblico cresce ma non all'Arena e al Filarmonico

Il mensile "Classic Voice" pubblica i dati degli spettatori e in quasi tutte le principali istituzioni musicali italiani sono dati in crescita, tranne che a Verona

Buone notizie per le fondazioni liriche italiane, ma meno buone per quella veronese. Il pubblico di opera, sinfonica e balletto cresce. Lo rivela "Classic Voice" nel numero in edicola da domani, 14 giugno.

Secondo i dati esclusivi pubblicati dal mensile, le fondazioni (che entro il 30 giugno dovranno presentare i bilanci relativi alla stagione 2016, l’ultima in fase di rendicontazione) supereranno i 2 milioni 500 mila spettatori, circa 185.000 in più rispetto al 2015 e 327.000 rispetto al 2014.

In quasi tutte le principali istituzioni musicali il pubblico cresce come non accadeva da molti anni. In testa alla classifica dei rialzi ci sono l'Opera di Firenze, con quasi 60 mila spettatori in più, e il San Carlo di Napoli, con quasi 50 mila. Seguono il Petruzzelli di Bari (+ 42 mila), il Lirico di Cagliari (+ 41 mila) e il Massimo di Palermo (+ 22 mila). In percentuale sul pubblico proprio, gli aumenti più vistosi si realizzano al Petruzzelli di Bari (+ 68,1%) e al Lirico di Cagliari (+45.9). A seguire le Fondazioni liriche di Trieste (+ 33,4 %), Firenze (+ 33,1 %) e Napoli (+ 30,3%). Inoltre al Petruzzelli di Bari si registra un clamoroso exploit sul numero di abbonati, quasi raddoppiato (+91,1%).

Alla Scala il pubblico del 2016 aumenta rispetto al 2014 (+ 81 mila), ma cala rispetto al 2015, annata speciale per via di Expo. Presenze stabili al Regio di Torino, al Carlo Felice di Genova e alla Fenice di Venezia.

Unica flessione importante a Verona, dove tra l'Arena e il Filarmonico si perdono circa 40 mila spettatori.

Nonostante gli sforzi compiuti sul piano gestionale e i positivi risultati ottenuti, la situazione delle nove fondazioni che hanno aderito ai piani di risanamento previsti dalla legge Bray resta comunque critica per la consistenza dei debiti accumulati in passato (circa 245 milioni, con i record negativi a Firenze, Roma e Napoli). E resta ancora in bilico l'adesione di Fondazione Arena alla legge Bray.

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