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Cronaca San Zeno / Via Luigi Settembrini

Un presidio permanente nella sede della Cgil di Verona dopo le violenze a Roma: «Assalto squadrista»

A margine della manifestazione contro il green pass a Roma si sono verificati diversi episodi di violenza: «Chiediamo che questo gesto, che richiama alla memoria gli assalti squadristi alle Camere del lavoro dell’inizio del ventennio fascista, non resti impunito», dichiara il Segretario generale della Camera del Lavoro di Verona Stefano Facci

Da sabato 9 ottobre la Camera del lavoro di Verona, come centinaia di altre sedi sindacali nel resto del Paese, viene presidiata permanentemente da sindacalisti e responsabili delle categorie. Il presidio, secondo quanto annunciato dalla Cgil, dura da tutta la notte mentre da domenica 10 ottobre è stato allargato ai delegati sindacali e lavoratori che affluiranno verso la sede provinciale di via Settembrini e verso tutte le altre sedi sindacali della provincia di Verona. La decisione è stata presa dopo i fatti avvenuti a Roma a seguito della manifestazione contro il green pass, a margine della quale si è assistito ad episodi di violenza contro le forze dell'ordine ed anche all'assalto della sede della Cgil che è poi stato condannato da tutte le forze politiche, dal Capo dello Stato Sergio Mattarella ed anche dal premier Mario Draghi.

No green pass e scontri, Bertucco: «Mozione di solidarietà alla Cgil. Sciogliere le formazioni neofasciste»

Domenica 10 ottobre dalle 10 alle 12 il Segretario generale della Camera del Lavoro di Verona Stefano Facci ha incontrato la stampa davanti alla Camera del Lavoro di Verona per fare il punto della situazione di quello che definisce «un momento molto delicato». Presenti i componenti della segreteria provinciale della Cgil, i segretari di categoria e i delegati sindacali: «La risposta della Cgil all’assalto squadrista alla sede nazionale a Roma da parte di gruppi neofascisti mascherati da no-vax è forte e compatta. - dice Stefano Facci - Con questa mobilitazione straordinaria vogliamo prevenire eventuali azioni emulative, nonché difendere un fondamentale principio di democrazia che è la libertà di fare sindacato, che oggi è stato violato. Chiediamo che questo gesto, che richiama alla memoria gli assalti squadristi alle Camere del lavoro dell’inizio del ventennio fascista, non resti impunito e che si provveda finalmente a mettere al bando tutte le formazioni politiche che si ispirano ai valori e alle pratiche del fascismo».

Presidio Cgil Verona dopo le violenze a Roma - 10 ottobre 2021

Tante le attestazioni di solidarietà giunte domenica mattina e nel corso della notte sul telefonino del segretario generale della Cgil di Verona Stefano Facci, dopo le violenze di ieri a Roma ai danni della sede nazionale della Cgil. E tante anche le presenze qualificate al presidio di stamane davanti alla Camera del Lavoro di Verona, a partire da quella dell’Anpi, l’associazione Partigiani italiani. Analoghi presidi antifascisti si sono svolti con la partecipazione dei delegati sindacali Cgil nelle altre sedi periferiche del sindacato, tra cui Legnago e Caprino Veronese. La richiesta di sicurezza di chi lavora e milita per la Camera del Lavoro di Verona è stata condivisa e discussa con le forze dell’ordine. La mobilitazione, precisa una nota della Cgil di Verona, proseguirà nei prossimi giorni almeno fino alla manifestazione unitaria antifascista indetta dai segretari nazionali di Cgi, Cisl e Uil a Roma per sabato prossimo, 16 ottobre.

Netta condanna da parte dei consiglieri regionali in Veneto del Partito democratico in merito a quanto avvenuto a Roma ieri. In una nota congiunta il capogruppo Giacomo Possamai e i colleghi Jonatan Montanariello, Anna Maria Bigon, Vanessa Camani, Andrea Zanoni e Francesca Zottis dichiarano: «Piena solidarietà alla Cgil e al segretario Landini per l’aggressione squadrista ieri a Roma. L’assalto alle sedi sindacali è un attacco alla democrazia, che va respinto con fermezza. Un atto del genere non ha niente a che vedere con il dissenso, pienamente legittimo in democrazia e ci riporta indietro di un secolo. Serve una risposta forte delle istituzioni, a guidare l’assalto c’erano nomi noti da troppo tempo e non possiamo tollerare oltre: è giunto il momento di sciogliere le organizzazioni neofasciste».

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