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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Centro storico / Corte Giorgio Zanconati, 1

'Ndrangheta in Veneto. «Problema vicino, le istituzioni devono collaborare»

«Veneto nel mirino delle organizzazioni malavitose», per il deputato leghista Erik Pretto, componente della commissione bicamerale antimafia. Ed Enzo Guidotto, dell'Osservatorio veneto sul fenomeno mafioso ha aggiunto: «Tentati approcci con i poteri pubblici»

«È ormai accertato che il Vicentino e il Veneto si siano trovati nel mirino delle organizzazioni malavitose, che spesso impiegano i proventi derivanti da attività illecite in investimenti immobiliari e nell'acquisizione di quote societarie. Come dimostrano i circa 260 beni confiscati e sequestrati in Veneto, di cui 110 in provincia di Vicenza». Parole del deputato leghista vicentino Erik Pretto, riportate ieri, 15 marzo, da Marco Milioni su VicenzaToday. Pretto è componente della commissione bicamerale antimafia e la sua presa di posizione è giunta dopo il riconoscimento dell'aggravante mafiosa per uno dei componenti più in vista della famiglia Multari da parte del tribunale berico.

La famiglia Multari è nota nel Vicentino e nel Veronese per fatti legati alla 'ndrangheta. Alcuni suoi componenti erano stati arrestati nell'ambito dell'Operazione Terry e le loro condanne sono state confermate anche in Appello. «Il problema è molto più vicino a noi di quanto lo si percepisca - ha proseguito Pretto Per questo motivo è fondamentale che tutte le istituzioni possano collaborare in sinergia per tutelare la nostra società e la nostra economia da un pericolo subdolo ma estremamente concreto, che non deve essere sottovalutato. È indispensabile che gli enti locali richiedano la destinazione dei beni confiscati e sequestrati ubicati sul loro territorio per impiegarli al meglio con finalità pubbliche o sociali, anche agevolati dalla predisposizione di appositi fondi nazionali e regionali destinati alla ristrutturazione e all'adeguamento di questo patrimonio immobiliare. È cruciale che l'Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati possa ridurre sensibilmente i tempi necessari ad un'amministrazione locale per entrare in possesso di tali beni, liberi da vincoli ed incombenze».

Per Pretto, è fondamentale che le istituzioni collaborino per contrastare la criminalità organizzata. Ma il prerequisito necessario è che nelle stesse istituzioni non s'infiltrino personaggi vicini alla 'ndrangheta o ad altre organizzazioni criminali. Perché è vero che la 'ndrangheta può allungare i suoi tentacoli nel campo dell'economica, ma anche l'ambito politico è a rischio, come spiegato sempre a Marco Milioni da Enzo Guidotto, presidente dell'Osservatorio veneto sul fenomeno mafioso. «Sia per i fatti che hanno riguardato le vicende dipanatesi nel comprensorio di Lonigo sino al Veronese, sia per quanto riguarda la recentissima inchiesta, ribattezzata Makina, che ha colpito pesantemente il territorio di Montecchio Maggiore, si nota un fattore comune, noto agli specialisti, che si verifica mille e mille altre volte - ha detto Guidotto - Quello per cui da ambienti vicinissimi al giro mafioso matura il tentativo di approcciare i pubblici poteri, più nello specifico in entrambi i casi si tentò la strada della elezione in consiglio comunale da parte di persone in qualche modo prossime a quelle famiglie finite nel mirino degli investigatori. Questo approccio metodologico è una costante del modus operandi di questo tipo di crimine organizzato che fa dei rapporti borderline col tessuto politico e con quello imprenditoriale una delle sue armi più micidiali».

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