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Cronaca Centro storico / Piazza Bra

Isola Scaligera, dopo le sentenze del rito abbreviato via al processo ordinario

Agli imputati si contestano sempre reati inerenti l'attività illecita di un'organizzazione criminale legata alla 'ndrangheta e radicata nella provincia di Verona. Concessa alla Cgil la costituzione come parte civile

Terminato con le prime sentenze per gli imputati che avevano ottenuto il giudizio abbreviato, il processo Isola Scaligera è tornato nell'aula bunker di Mestre per l'inizio del procedimento verso coloro che non percorrono la via legale dei riti alternativi. Agli imputati si contestano sempre reati inerenti l'attività illecita di un'organizzazione criminale legata alla 'ndrangheta e radicata nella provincia di Verona. Proprio per questo, gli avvocati difensori di alcuni imputati hanno avanzato la richiesta di spostare la sede del processo nel capoluogo scaligero. Richiesta che otterrà una risposta tra due settimane. Nel frattempo il processo andrà avanti a Mestre, anche se per le prime deposizioni bisogna ancora attendere.

Non hanno fatto invece attendere i commenti alle 13 condanne e 7 assoluzioni di martedì scorso, 2 novembre, quando il giudice dell'udienza preliminare Andrea Battistuzzi ha emesso i verdetti per i 20 imputati giudicati con rito abbreviato. E tra gli imputati figuravano anche Ennio Cozzolotto e Andrea Miglioranzi, rispettivamente direttore generale ed ex presidente di Amia. Per Cozzolotto è giunta l'assoluzione, mentre per Miglioranzi c'è stata una condanna a 2 anni e 8 mesi per corruzione. «Il fatto che l'ex presidente di un'azienda partecipata comunale sia stato condannato in primo grado per corruzione per fatti accaduti durante lo svolgimento delle sue funzioni aziendali e nell'ambito di un'inchiesta antimafia dovrebbe far alzare le antenne della politica sull'estrema vulnerablilità di questo lato della pubblica amministrazione facendo scattare le dovute contromisure - ha dichiarato il consigliere comunale Michele Bertucco - Dalle intercettazioni dell’indagine Isola Scaligera siamo tutti rimasti stupiti e attoniti dalla facilità con cui emissari del mondo della malavita organizzata siano riusciti ad entrare in contatto e stabilire un rapporto con imprese importanti, sia pubbliche che private. L'antidoto a questi avvicinamenti e a queste infiltrazioni non può che essere la trasparenza, la vigilanza, la professionalizzazione degli incarichi, la riforma del sistema delle nomine, ciò che purtroppo si fa ancora molta fatica ad ottenere da parte delle nostre aziende».

E con le prime condanne per il processo Isola Scaligera sono stati decisi anche i primi risarcimenti per le parti civili, tra cui sono presenti la Cgil del Veneto e quella di Verona. E Silvana Fanelli, segreteria confederale Cgil Veneto, e Stefano Facci, segretario generale Cgil Verona hanno confermato che il sindacato si è costituito parte civile anche nel processo ordinario. «Il tribunale ha riconosciuto l'interesse del sindacato per tutti quei reati che minano la regolarità e la legalità dei rapporti economici e dei rapporti di lavoro - hanno dichiarato Facci e Fanelli - Fatto ancor più rilevante, la nostra costituzione di parte civile è stata riconosciuta anche a proposito di due reati di estorsione, che non prevedono l'aggravante di associazione mafiosa, ma che nei fatti hanno minato i diritti dei lavoratori e il giusto riconoscimento verso chi presta la propria opera all'interno di un'impresa. Quest'ultimo è un riconoscimento inedito, perché in precedenza era stata considerata essenziale l'aggravante mafiosa per la costituzione di parte civile delle organizzazioni sindacali».

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