'Ndrangheta e fatture false in Arena, la Fondazione: «Non siamo indagati, noi parte offesa»
Guardia di finanza nella sede dell'ente lirico per controllare i documenti fiscali che testimoniano i rapporti tra Fondazione Arena ed Eurocompany Group, azienda al centro di un'indagine per false fatturazioni che avrebbero arricchito anche la criminalità organizzata
Fondazione Arena si dichiara parte lesa nell'inchiesta che martedì scorso, 18 ottobre, ha portato all'arresto di quattro uomini e al sequestro di beni e denaro per circa nove milioni di euro.
L'indagine della guardia di finanza di Verona e dalla direzione investigativa antimafia ha fatto emergere un giro di fatture false che ruotava attorno ad un'azienda, la Eurocompany Group. Un malaffare attraverso cui si sarebbero arricchite cosche della 'ndrangheta. Ed infatti i reati contestati agli arrestati, tra cui riciclaggio e autoriciclaggio, sono aggravati dal metodo mafioso, perché i guadagni ottenuti dalle pratiche illegali avrebbero favorito anche la criminalità organizzata.
È inoltre un fatto che la Eurocompany Group abbia partecipato, insieme ad altri operatori economici, a gare bandite da Fondazione Arena tra il 2005 e il 2019. E per questo martedì scorso le Fiamme Gialle hanno fatto visita anche all'ente lirico per controllare i documenti fiscali che testimoniano i rapporti economico-commerciale intercorsi tra Fondazione Arena ed Eurocompany Group. Il sospetto è che la Eurocompany abbia presentato delle fatture gonfiate per l'opera di allestimento e smontaggio delle scenografie all'interno dell'Arena.
«Fondazione Arena di Verona non è indagata e non è a conoscenza del fatto che suoi attuali dipendenti siano sotto indagine - ha precisato la sovrintendente Cecilia Gasdia - Fondazione Arena si dichiara parte offesa rispetto a reati eventualmente commessi e si riserva di agire in tutte le sedi opportune al fine di tutelare il proprio operato e la propria immagine».