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Cronaca Stadio / Piazzale Olimpia

Si è spento Claudio Garella, il mitico portiere dello scudetto dell'Hellas Verona e del Napoli di Maradona

Aveva 67 anni, nella sua carriera ha giocato quattro anni con i gialloblu vincendo lo scudetto del 1985 con Osvaldo Bagnoli e nella stagione 1986-87 col Napoli di Diego Armando Maradona

È scomparso all'età di 67 anni nella notte tra l'11 e il 12 agosto l'ex portiere dello scudetto gialloblu Claudio Garella. Affettuosamente soprannominato "Garellik", l'ex campione dell'Hellas Verona aveva giocato tra le file degli scaligeri per ben quattro anni, dal 1981 alla stagione del mitico scudetto, collezionando 119 presenze.

Dopo il campionato vinto con mister Bagnoli, Garella passò al Napoli di Maradona dove nuovamente vinse lo scudetto nella stagione 1986-87, il primo anche per la formazione partenopea. Celebre la battuta di spirito che l'avvocato Agnelli gli dedicò: «Garella è il più forte portiere del mondo. Senza mani, però». Un chiaro riferimento condito da humour allo stile "stravagante" di alcune parate di Garella, spesso propenso ad utilizzare i piedi per difendere la propria porta. 

In una datata intervista, era il 2007, rilasciata alla Gazzetta dello Sport, Claudio Garella commentava così la propria esperienza calcistica: «Sono stato un portiere anomalo, nessun allenatore ha cercato di cambiarmi. Istinto? Non solo, avevo un mio codice. Ricordo ciò che disse Italo Allodi, il manager che mi portò al Napoli: "L’importante è parare, non conta come"».

Il cordoglio dell'Hellas Verona

In una nota ufficiale dell'Hellas Verona, la società di via Belgio «piange la scomparsa di una autentica leggenda della propria storia ultracentenaria: ci ha lasciato oggi, a 67 anni, Claudio Garella». Quest'ultimo viene definito un «autentico simbolo del primo Verona guidato da Osvaldo Bagnoli». Garella, ricorda ancora la nota dell'Hellas, «ha vestito i colori gialloblù dal 1981 al 1985, difendendo la porta dell'Hellas in tutta la trionfale cavalcata iniziata dalla vittoria della Serie B 1981/82, proseguita con la qualificazione in Coppa Uefa nel 1982/83 e culminata con la vittoria dello scudetto nel 1984/85, di cui Claudio fu indiscusso protagonista».

Questi i numeri ricordati nella nota dell'Hellas che «resteranno straordinari e irripetibili»: appena 143 gol subìti in 157 presenze, 4 delle quali nella Coppa Uefa 1983/84 e altre 4 nelle doppie sfide di Finale di Coppa Italia raggiunta dal Verona 1982/83 e 1983/84. «Ma ciò che resterà per sempre nella mente di chi lo ha visto giocare e nell'immaginario di chi solo successivamente ne ha conosciuto, per ragioni anagrafiche, le gesta sportive, - precisa la stessa nota dell'Hellas Verona - è lo stile assolutamente unico di difesa della propria porta, con parate atipiche e al tempo stesso efficacissime. Uno stile che gli è valso il soprannome di "Garellik". Un vero e proprio idolo per una generazione di tifosi veronesi e, più in generale, per tutti gli appassionati del calcio italiano. Il presidente Setti e tutto il club si stringono attorno alla famiglia in questo momento di lutto».

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