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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Morti sul lavoro, a Verona 15 in otto mesi. Cgil: «Serve riflessione sul problema»

E crescono anche gli infortuni, soprattutto tra le donne. «Da una parte la indubitabile costanza delle denunce di infortunio per Covid, ma anche la congiuntura economica che le ha riportate nel marcato del lavoro», ha commentato Raffaello Fasoli

Con 15 denunce di infortunio mortale dall'inizio dell’anno fino al 31 agosto 2022, la provincia di Verona è la provincia con più morti sul lavoro di tutto il Veneto, dove nel complesso le denunce di infortunio mortale nei primi otto mesi di quest'anno sono state 65, praticamente otto al mese. «Numeri, certo, da trattare sempre con molta prudenza, in quanto soggetti a verifiche e a variazioni, anche repentine ed occasionali, tuttavia il fatto che ormai da tempo il nostro territorio sia teatro di quasi un quarto (il 23%) delle denunce di infortunio mortale di tutta la regione dovrebbe rappresentare quanto meno un elemento di riflessione», ha commentato Raffaello Fasoli, delegato Cgil Verona per la sicurezza.

Attività industriali ed artigianali, costruzioni e servizi alle imprese sono gli ambiti più a rischio. Ed è ormai azzerato il numero dei decessi per Covid tra i sanitari. L'81% degli infortuni mortali in Veneto ha riguardato lavoratori con cittadinanza italiana. L'86% era di sesso maschile. In 19 casi su 65 avevano meno di 40 anni. Ed un infortunio mortale su tre avviene sul percorso casa-lavoro.

Per quanto riguarda gli infortuni non mortali la provincia di Verona registra 10.782 denunce nei primi otto mesi dell’anno, pari al 18,6% del totale regionale (57.857), in netto aumento (+20%) in valore assoluto rispetto allo stesso periodo del 2021 quando gli infortuni non mortali denunciati furono 8.966. Sempre elevata la dinamica della componente femminile: +62,9% gli infortuni tra le lavoratrici, che passano da 14.426 denunce dei primi otto mesi del 2021 alle 23.497 dei primi otto mesi del 2022. Mentre meno marcata risulta la crescita tra gli uomini: da 29.385 denunce nei primi otto mesi del 2021 (sempre a livello regionale) a 34.360 denunce per i primi otto mesi del 2022, per un +16,9%. «E quest’ultimo dato secondo noi va letto in duplice chiave - ha concluso Fasoli - Da una parte la indubitabile costanza delle denunce di infortunio per Covid, ma anche la congiuntura economica che ha riportato molte donne nel marcato del lavoro».

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