Infortuni e morti sul lavoro, Cgil e Cisl: «Servono maggiori controlli sul rispetto delle regole»
I casi di infortunio e l'agricoltore deceduto a Quinto di Valpantena hanno spinto il prefetto Cafagna a convocare un tavolo sulla sicurezza
Sono 10 i morti sul lavoro conteggiati dall'Osservatorio Sicurezza Vega Engineering di Mestre nei primi sei mesi del 2022 in provincia di Verona. Un numero che sappiamo già che crescerà perché in questo mese di luglio un agricoltore è morto a Verona, schiacciato dal trattore mentre lavorava il suo campo a Quinto di Valpantena. E aumenteranno anche le cifre sugli infortuni, tra cui si segnalano gli episodi dell'operaio investito nel cantiere della Tav a San Martino Buon Albergo ed il lavoratore schiacciato da lastre di marmo in un'azienda di Cavaion Veronese.
Diversi episodi che hanno spinto il prefetto di Verona Donato Cafagna a convocare un tavolo sulla sicurezza a cui hanno partecipato tutte le istituzioni competenti (Inail, Inps, Spisal, Ispettorato del Lavoro), le associazioni di categoria, le organizzazioni sindacali e i responsabili aziendali per la sicurezza.
Durante questo incontro è stato evidenziato che le cause degli incidenti mortali nei due settori in assoluto più a rischio, l'agricoltura e l'edilizia, sono note e ricorrenti: dei 163 infortuni mortali verificatisi nel settore agricolo in Veneto negli ultimi 9 anni, dal 2012 al 2021, ben 110 sono stati causati dal ribaltamento del trattore. Nello stesso periodo in edilizia 49 infortuni mortali su 88 sono stati causati da cadute dall'alto. «Ogni nuovo decesso che ricalchi questi schemi noti rappresenta una morte annunciata», ha dichiarato il segretario della Cgil di Verona Raffaello Fasoli. Morti annunciate che però non si fermano. «A lavorare contro i controlli e il rispetto delle regole è innanzitutto l'estrema frammentazione di questi due settori di attività, formati da migliaia e migliaia di piccole o micro aziende - ha dichiarato Fasoli - Non è forse un caso se sette dei nove infortuni mortali ufficialmente censiti in questa prima parte del 2022 a Verona hanno riguardato lavoratori autonomi. E cinque dei nove sono accaduti in ambito agricolo. E un altro fattore di criticità è rappresentato dalle filiere lunghe, che finiscono per scaricare costi e rischi sull’ultimo anello della catena, quello più debole. Nell’ultimo anno a Verona, a fronte di di 14mila referti di pronto soccorso attestanti un infortunio di lavoro nel settore agricolo o edile si sono registrate soltanto 6mila denunce. In molti casi sulle mancate denunce pesa la condizione di debolezza, quando non di vera e propria ricattabilità, in cui si trovano tanti lavoratori o lavoratrici specie se stranieri. Indicativo, in questo senso, che nel settore dell’edilizia l’80% delle denunce di infortunio avvenga da parte di lavoratori italiani. Forse gli stranieri denunciano meno per paura di perdere il lavoro».
Ma il problema dell'insicurezza sul lavoro ha anche radici culturali. «È impensabile che i controlli raggiungano decine di migliaia di imprese - ha concluso il segretario della Cgil di Verona - La cultura della sicurezza deve essere condivisa fin dall’età scolastica e deve poter contare su tutte le organizzazioni delle imprese e dei lavoratori. La Commissione permanente istituita presso la Prefettura di Verona ha avviato una azione di lungo periodo che prevede incontri di sensibilizzazione nelle scuole e il coinvolgimento di tutte le parti sociali. E una misura che potrebbe far calare fino al 70% le morti per ribaltamento con trattore viene indicata nel sottoporre a revisione periodica obbligatoria anche i mezzi agricoli. In questo modo, infatti, si renderebbe più stringente l’obbligo, formalmente già vigente), dell’uso della roll bar, e si incentiverebbe le imprese a rinnovare il parco macchine sostituendo i mezzi più vecchi ed insicuri».
E nel suo intervento il segretario generale di Cisl Verona Giampaolo Veghini ha chiesto di alzare l'asticella e gli obiettivi riguardanti la sicurezza sul lavoro. «Serve sicuramente fare maggiore prevenzione ma due sono per noi le azioni prioritarie, in paese in cui va accresciuta la cultura del rispetto delle regole: rafforzare l’attività ispettiva con maggiori risorse umane e coinvolgere in modo pieno e continuativo i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza anche in attività di vigilanza tale per cui creare un'alleanza che ponga i rappresentanti troppo spesso messi nelle condizioni di essere inefficaci per le ovvie ripercussioni sul rapporto di lavoro».