rotate-mobile
Cronaca

Minacce a direttore dell'Ulss, indagato "patron" di Rete Veneta

A Giovanni Jannacopulos è stato imposto il divieto di esercitare l'attività di impresa di editoria

Nella giornata di oggi, 14 ottobre, il "patron" delle emittenti televisive Rete Veneta e Antenna Tre Giovanni Jannacopulos è stato raggiunto da una misura cautelare. Attraverso la guardia di finanza di Bassano del Grappa, la procura di Vicenza ha imposto a Jannacopulos il divieto di esercitare l'attività di impresa di editoria. Attività che l'uomo avrebbe sfruttato per minacciare Carlo Bramezza, direttore generale dell'Ulss 7 Pedemontana. Jannacopulos è infatti accusato di minaccia continuata a pubblico ufficiale. Minaccia che avrebbe avuto lo scopo di far compiere a Bramezza degli atti contrari ai doveri di ufficio.

Il procuratore della Repubblica vicentino Lino Giorgio Bruno ha spiegato che Jannacopulos avrebbe condotto «una deliberata e continua campagna denigratoria attraverso Rete Veneta ed Antenna Tre, in cui l'indagato svolgeva di fatto attività di direzione e gestione».
A denunciare i fatti è stata la vittima, Carlo Bramezza, il quale si è rivolto ai militari di Bassano del Grappa. Secondo quanto riferito dal direttore dell'Ulss 7, Jannacopulos si sarebbe rivolto a lui come titolare dell'associazione Elios onlus. Associazione che aveva effettuato donazioni all'ospedale di Bassano del Grappa. L'indagato avrebbe poi usato «toni perentori ed insistenza», come riferito dal procuratore Bruni, per orientare alcune scelte gestionali. Scelte che avrebbero riguardato lo spostamento di personale medico dell'ospedale, la concessione ad alcuni dirigenti medici di maggiore autonomia dal primario e la concessione di un periodo di aspettativa per motivi di studio ad un medico cardiologo. In cambio, Jannacopulos avrebbe offerto visibilità e «tranquillità nella gestione» dell'azienda sanitaria tramite le tv. Bramezza si sarebbe però rifiutato e da quel rifiuto sarebbe poi partita la presunta campagna denigratoria.
Nel corso delle loro indagini, i finanzieri avrebbero fatto uso anche di intercettazioni telefoniche, attraverso cui avrebbero avuto conferma dell'ostilità tra Giovanni Jannacopulos e Carlo Bramezza e della volontà dell'indagato di «condizionare le scelte riguardanti la gestione dell'azienda sanitaria per fini esclusivamente personali». Condizionamento che sarebbe stato esercitato attraverso un «continuo tentativo di creare un dissenso diffuso attorno al Bramezza ed al suo operato in virtù delle sue numerose conoscenze e della capacità intimidatoria di servizi televisivi dal contenuto palesemente e deliberatamente denigratorio». Servizi televisivi su cui Jannacopulos avrebbe avuto «pieni poteri decisori nonostante la assenza di incarichi formali nelle emittenti e nelle società controllanti».

Ed infatti la società editrice che controlla Rete Veneta e Antenna Tre non è stata minimamente coinvolta, come ha evidenziato a Vicenza Today il legale rappresentante Filippo Jannacopulos, figlio di Giovanni. «La società cui fanno capo le emittenti non è coinvolta, tant'è che non è stata oggetto di alcun provvedimento, né ad acquisizioni di materiali - ha detto - Nulla ci è stato contestato e la vicenda non ha avuto nessun effetto sulle due tv».

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Minacce a direttore dell'Ulss, indagato "patron" di Rete Veneta

VeronaSera è in caricamento