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Cronaca

Maso si difende in tribunale "Sono una persona diversa"

L'uomo che nel 1991 uccise i genitori si mette al riparo di fronte ai giudici dall'accusa di minacce

"Non sono più la stessa persona di vent’anni fa, mai mi sarebbe passato per la testa di dire: ti ammazzo". Pietro Maso, il giovane che nel 1991 a Montecchia di Crosara uccise i genitori, e per questo fu condannato a trent’anni, si è difeso in questo modo davanti ai giudici del Tribunale di sorveglianza di Milano che gli hanno revocato la semilibertà dopo la denuncia per minacce da parte di un imprenditore conoscente dello stesso Maso.

Pietro Maso davanti ai giudici ha negato di aver proferito queste parole e ha spiegato che, in passato, aveva elargito delle somme di denaro all’imprenditore che si trovava in difficoltà. L’uomo è tornato in carcere nelle settimane scorse per via della denuncia per minacce e anche per una manovra azzardata in auto. Prima di allora poteva uscire dal carcere di Opera la mattina alle 7.30, e andare a lavorare in un’azienda di computer e rientrare alle 22.30.

Il sostituto procuratore generale ha chiesto l’acquisizione degli elementi di indagine scaturita dalla denuncia dell’imprenditore che è stato a sua volta denunciato da Maso per estorsione. Il suo legale, Maria Pia Licata, ha spiegato che la decisione dei giudici di sorveglianza sarà resa nota nei prossimi giorni. Potrebbero decidere per la revoca definitiva della semilibertà (in questo caso Maso sconterebbe in carcere l’anno e mezzo di pena che gli rimane), potrebbero optare invece per il ripristino del beneficio o, infine, ipotesi che però l'avvocato ritiene improbabile, potrebbero decidere per l'affidamento ai servizi sociali.

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