Tragedia della Marmolada, recuperati i resti di altri escursionisti
Lo ha comunicato la Provincia autonoma di Trento con una nota diffusa. Nel frattempo il sindaco di Canazei, Giovanni Bernard, ha firmato una nuova ordinanza attraverso la quale viene circoscritta l’area di chiusura del massiccio
«Le ricerche della Protezione Civile trentina e del Soccorso alpino stanno proseguendo senza interruzione e poco fa hanno consentito di individuare e recuperare i resti di altri escursionisti coinvolti nella frana staccatasi dalla Marmolada il 3 luglio scorso. Si ipotizza si tratti dei corpi di alpinisti appartenenti alla stessa cordata».
Lo ha comunicato la Provincia autonoma di Trento con una nota diffusa alle ore 15 del 6 luglio. I resti rinvenuti potrebbero appartenere a 2 delle 5 persone che risultano ancora disperse.
Nel frattempo il sindaco di Canazei, Giovanni Bernard, ha firmato una nuova ordinanza attraverso la quale viene circoscritta l’area di chiusura del massiccio della Marmolada, in seguito al distacco di un seracco sotto Punta Rocca. Il divieto di accesso è limitato al versante nord con la forcella Marmolada (da Villetta Maria sentiero E618-E619, prossimità Rifugio Dolomia sentiero E618-Altavia n. 2-E606, piazzale Cima Undici sentiero E618-Altavia n. 2-E606, val Contrin 602-602A). Viene puntualizzato che il divieto di percorrenza lungo i sentieri elencati in precedenza interessa anche gli alpinisti che risalgono la parete sud-ovest della Marmolada. I trasgressori saranno denunciati, ai sensi dell’articolo 650 del Codice penale. L’accesso all’area è consentito dunque solo agli operatori autorizzati che stanno conducendo le ricerche in quota (oltre che ai rifugisti di Punta Penia e Capanna Ghiacciaio). La zona è controllata dal personale di Corpo forestale del Trentino e Polizia locale della Val di Fassa.
Le operazioni sono riprese nella prima mattinata di mercoledì, con l’impiego di droni. Nella giornata di giovedì, i tecnici soccorritori di Soccorso alpino, vigili del fuoco permanenti, guardia di finanza, carabinieri e polizia di stato effettueranno le ricerche via terra, con il supporto di cani appositamente addestrati. Le operazioni avverranno garantendo le condizioni di sicurezza degli operatori attraverso speciali tecnologie per il monitoraggio dei movimenti del ghiacciaio.