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Cronaca

Violenta la moglie e le rade i capelli: condannato a tre anni

Una storia di soprusi e abusi durati anni, perpetrati anche davanti ai figli: botte, umiliazioni e addirittura l'obbligo a consumare rapporti a pochi giorni da un difficile parto cesareo

Continuano i casi di violenza sulle donne nella provincia di Verona. Dopo l'orrendo episodio avvenuto a Bovolone la settimana scorsa, quando un ubriaco ha picchiato e violentato una donna conosciuta in un bar, oggi emerge un altro caso, se possibile ancora più terribile in quanto questa volta la violenza, i soprusi e le umiliazioni venivano perpetrate tra le mura di casa, dove si dovrebbe essere al sicuro. A commettere tali vergognosi abusi, poi, era proprio il marito, la persona che dovrebbe aver giurato amore e rispetto alla sua metà e che, invece, in quest'occasione si è trasformato in un mostro in grado di rovinare la vita della sua sua compagna.

LE VIOLENZE -  Il caso ieri è arrivato davanti alla cattedra del tribunale, dove la vittima, una donna di trentasette anni, ha raccontato al giudice la sua orribile esperienza. Un lungo elenco di soprusi di ogni genere, tra violenze psicologiche e fisiche. In almeno tre occasioni il coniuge ha picchiato la moglie, anche in presenza dei loro figli. E poi le violenze sessuali, portate avanti per anni e anche a distanza di pochi giorni da un difficile parto cesareo. La donna era anche costretta a fare flessioni, in modo da “mantenersi in forma” per il sadico marito. Infine, ennesima umiliazione, dato che si “ostinava” a tenere i capelli raccolti in una coda di cavallo, acconciatura che all'uomo non piaceva, la poveretta si è persino vista radere i capelli a forza come “punizione.

LA SENTENZA -  L'uomo, davanti al giudice, si è giustificato raccontando di essere sotto l'effetto dell'alcool, incapace di capire fino in fondo quello che faceva in quei momenti di brutalità. A niente però sono servite le sue scuse, il giudice si è dimostrato inflessibile e al marito non è rimasto che patteggiare: tre anni di reclusione e, alla fine dell'udienza, l'accusato ha fatto ritorno alla sua cella. Ora non resta che sperare che per la donna si apra un nuovo, più sereno capitolo di vita, senza l'ombra violenta del marito a tormentarla.

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