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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Sona / Località Palazzina

Maltrattamento di animali, incendio e diffamazione, condannata a 5 anni di reclusione

L'imputata teneva gatti, cani e un canarino in una cascina disabitata a Palazzina di Sona. «I pavimenti erano coperti di spessi strati di vomito e deiezioni», ha raccontato Lorenza Zanaboni, responsabile di Lav Verona

Cinque anni e sei mesi di reclusione, 1.500 euro di multa ed interdizione perpetua dai pubblici uffici. Nei giorni scorsi, il tribunale di Verona ha pronunciato questa sentenza di condanna per Isabella Flores, ritenuta responsabile dei reati di maltrattamento di animali, incendio doloso e diffamazione. Si è chiuso così un processo durato anni e in cui l'associazione Lav Verona si era costituita parte civile attraverso l'avvocata Emanuela Pasetto. Una parte civile a cui sono stati liquidati 3.000 euro per danni non patrimoniali e 18.000 euro per danni patrimoniali.

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Il caso risale al 16 dicembre del 2017, giorno in cui il Nipaf (nucleo investigativo di polizia ambientale e forestale) ha verificato alcune segnalazioni ed ha perquisito una cascina disabitata a Palazzina di Sona. Al suo interno, gli operatori hanno trovato 31 cani, un canarino e una quindicina di gatti. Animali che erano stati affidati all'imputata, la quale riceveva soldi per prendersene cura. Le condizioni del casolare, però, non rispettavano le norme igienico-sanitarie. «I pavimenti erano coperti di spessi strati di vomito e deiezioni - ha raccontato Lorenza Zanaboni, responsabile di Lav Verona - Le finestre erano serrate e gli ambienti privi di luce naturale e senza aria. Gli animali si trovavano in condizioni gravissime: una cagnolina paralizzata strisciava nella sporcizia, molti cani avevano ferite da morsi».

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Gli animali furono posti sotto sequestro dal Nipaf, mentre il casolare disabitato subì un incendio di cui Isabella Flores è stata giudicata colpevole. Gli animali sequestrati vennero inizialmente affidati in custodia giudiziaria al sindaco di Sona, ma dopo un mese la custodia fu trasferita in capo a Lorenza Zanaboni e successivamente la Lav ne ottenne la custodia definitiva e ne curò l'adozione. «Io stessa ho aperto le porte della mia casa e ho accolto due di questi cani nella mia famiglia» ha concluso Zanaboni.

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