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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Tregnago

Maltrattamenti all'ex compagna: vìola le disposizioni del giudice e finisce in carcere

All'indagato era stata imposta la misura del divieto di avvicinamento alla parte offesa, che però non avrebbe rispettato. Il 35enne è stato dunque condotto nella casa circondariale dai carabinieri di Tregnago

Un'altro uomo è stato portato in carcere per aver violato le disposizioni del giudice, dopo un'accusa di maltrattamenti. Nella serata di mercoledì infatti è stata la pattuglia dei carabinieri della stazione di Tregnago ad eseguire l'ordinanza di custodia cautelare, in sostituzione del divieto di avvicinamento alla parte offesa, nei confronti di un 35enne italiano residente a Verona, indagato per il reato di maltrattamenti ai danni della ex compagna. 
Un'inasprimento della misura che sarebbe scaturito dalla violazione delle prescrizioni imposte dal tribunale di Verona da parte dell'uomo, tra cui quella di non avere più contatti con la parte offesa, che è stato dunque condotto nella casa circondariale scaligera. 

Le iniziative contro la violenza di genere

I reati di violenza di genere sono una priorità per il Comando Provinciale di Verona e per tutta l’Arma dei carabinieri, impegnata ogni giorno nel contrasto a questa tipologia di crimini.
Oltre alla quotidiana attività di repressione di questi fenomeni, le forze dell'ordine hanno dato il via ad una serie di iniziative volte a migliorare l’attività di prevenzione, il sostegno alle vittime e la formazione del proprio personale.
Già a partire dal 2014 l’Arma si è dotata della “Rete nazionale di monitoraggio sul fenomeno della violenza di genere”, strutturata su Ufficiali di Polizia Giudiziaria (Marescialli e Brigadieri) inseriti nell’ambito dei Nuclei Investigativi di ogni Comando Provinciale con il compito di sostenere i reparti sul territorio nello sviluppo delle indagini, raccordandosi con la Sezione Atti Persecutori per un'attenta valutazione dei casi.

Altra iniziativa è quella dell’allestimento all’interno delle caserme di locali idonei all’ascolto protetto di donne e minori vittime di violenza, nell’ambito del progetto “Una stanza tutta per sé”.

Infine, dopo un proficuo periodo di sperimentazione, nel 2021 è stato ufficialmente attivato l’impiego di un nuovo strumento a supporto dell’attività delle forze di polizia nel contrasto alle violenze domestiche e di genere, soprattutto nella delicata fase di primo intervento. Si tratta dell’applicativo interforze “Scudo”. Il programma consente la consultazione di dati, integrando i sistemi operativi multimediali e informativi già in uso e permetterà di rendere ancora più efficaci gli interventi degli equipaggi nei confronti di vittime di liti o violenze, anche nei casi in cui non sia stata proposta denuncia o querela.
In tal modo vengono costantemente monitorati tutti quegli episodi rientranti nel cosiddetto “codice rosso”, non sempre caratterizzati da particolari gravità o aggressività, come le liti verbali, ma che, attraverso una condotta abituale, potrebbero assumere rilievo penale e diventare atti persecutori o maltrattamenti ai danni di familiari o conviventi.

Il consiglio che viene rivolto dalle forze dell'ordine alle donne vittime di violenze, è quello di denunciare, già dal primo episodio, i fatti alle autorità competenti, anche utilizzando il numero 1522, servizio pubblico promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Pari Opportunità, gratuito e attivo 24 ore su 24, nonché di rivolgersi a tutti quei presidi socio-assistenziali e culturali che offrono accoglienza, consulenza, ascolto e sostegno alle donne, anche con figli, minacciate o che hanno subito violenza, al fine di scongiurare una escalation che in alcuni casi potrebbe anche giungere a conseguenze drammatiche.

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