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In un anno oltre un milione di euro evasi scoperti dalla Polizia municipale

Un lavoro di contrasto che ha permesso al Comune di Verona di incassare 250 mila euro. Scovati furbetti di ogni tipo, come il contribuente che denunciava 307 euro l'anno e possedeva 4 auto tra cui un Bmw

Oltre un milione di euro non denunciati al fisco nel 2016 e già 200 mila calcolati nel mese di gennaio 2017. Sono questi i risultati più eclatanti dell'attività di contrasto all'evasione fiscale di cui si sta occupando la Polizia municipale di Verona, in collaborazione con Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza.

"La Polizia municipale veronese ancora una volta dimostra di essere tra le migliori d’Italia anche in questo settore - ha commentato il sindaco Flavio Tosi - Si tratta di operazioni di contrasto importanti, sia dal punto di vista dell’equità sociale, nei confronti della maggior parte della popolazione che regolarmente paga le tasse, sia per il recupero di somme utili al bilancio comunale. Un'attività molto accurata poiché le segnalazioni qualificate che il Fisco prende in carico devono essere complete di tutti gli elementi ed accertamenti e non deve essere richiesta alcuna ulteriore elaborazione".

Proprio lo scorso anno il Comune di Verona ha ricevuto 250 mila euro relativi a posizioni che gli interessati hanno definito con il Fisco nel 2015, a seguito di accertamenti effettuati dalla Polizia municipale. "Sono importi destinati a diminuire - ha aggiunto il comandante della Polizia municipale Luigi Altamura - visto che dal 2016 il Governo ha dimezzato la percentuale di restituzione di quanto recuperato grazie agli accertamenti degli enti locali, portandola al 50 per cento".

Tra gli aspetti approfonditi dagli specialisti del nucleo di contrasto all'evasione fiscale della Polizia municipale ci sono l'analisi di congruenza tra reddito dichiarato e patrimonio, il pagamento sospetto di affitti elevati a fronte di bassissimi redditi dichiarati, il versamento dell'imposta di soggiorno incongruo o sospetto. Proprio quest'ultimo aspetto ha fatto emergere dati eclatanti, come versamenti progressivamente in calo nonostante la struttura godesse di grande apprezzamento con la presenza di numerose recensioni sul web, oppure la mancata denuncia dei redditi derivanti dall'attività ricettiva, calcolati a ritroso proprio partendo dai versamenti dell'imposta effettuati per ricostruire il numero di ospiti della struttura.

Oltre a decine di casi nei quali non è stata versata l'imposta di soggiorno, sono stati accertati anche casi nei quali i gestori delle strutture non dichiaravano alcun reddito derivante dalla loro attività ricettiva o contribuenti che, a fronte del possesso di auto di pregio, dichiaravano poche migliaia di euro di reddito l'anno, magari vivendo in abitazioni prestigiose. Eclatante anche il caso di un imprenditore che ha acquistato un'attività per 150 mila euro dichiarando poi 6mila euro di reddito l'anno e quello di una persona che percepirebbe 307 euro all'anno pur avendo 4 auto, tra le quali una Bmw X3.

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