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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Garda / Lungo Lago Regina Adelaide

Profughi sul Lago di Garda: raccolta di firme della Lega Nord contro l'accoglienza

Venerdì 6 novembre a Garda sarà un allestito un gazebo per una raccolta di firme da presentare al Prefetto di Verona per richiedere che non vengano inviati richiedenti asilo agli hotel del lago

Circa 80 richiedenti asilo sono arrivati a San Zeno di Montagna ed è subito scoppiata una polemica, portata avanti principalmente dal sindaco della piccola località. Ora, a dire no all'ospitalità di profughi negli alberghi del Lago di Garda e del Monte Baldo arriva anche la Lega Nord. Venerdì 6 novembre, nella piazza del municipio di Garda, dalle ore 9 alle ore 14 sarà allestito un gazebo di raccolta firme per richiedere alla prefettura di Verona che non siano inviati rifugiati nelle strutture alberghiere del lago.

Su L'Arena, le dichirazioni di Giuseppe Danzi, segretario della circoscrizione Baldo Garda della Lega Nord, che collabora con il consigliere comunale di Garda, Michela Bertamè: "Puntiamo a raccogliere firme da presentare al prefetto per supportare la nostra richiesta di non mandare nelle località turistiche del lago e del suo entroterra quelli che noi definiamo «pseudo rifugiati politici». Temiamo si possano formare «ghetti» squalificanti per tutti. Sarebbe grave soprattutto in questo territorio dove il turismo rappresenta un consistente comparto economico e occupazionale. L’iniziativa sarà poi estesa ad altre località non solo rivierasche, compreso San Zeno di Montagna. A Prada, nonostante la contrarietà del sindaco Maurizio Castellani, sono stati fatti soggiornare 80 stranieri. È un numero alto considerando che i residenti sono trenta e la struttura che li ospita ha capienza molto inferiore".

Sempre su L'Arena, le parole della consigliera Bertamè: "Venerdì saremo a Garda per sensibilizzare sul tema e invitare a firmare. Non vogliamo che, nelle località turistiche del lago, siano accolti emigrati che crediamo possano essere clandestini o falsi rifugiati. Questo è il primo gazebo dei tanti che si allestiranno nei paesi lacustri. La prefettura ha assicurato ai sindaci del Garda e agli albergatori che avrebbe tutelato le nostre strutture ricettive per non mettere a repentaglio il turismo. Sappiamo però che qualche albergatore desidererebbe fare egualmente domanda di accoglienza. Con la petizione chiediamo al prefetto di non accoglierle. Nelle zone interne molti sono arrivati. Non vorremmo accadesse anche qui. Non crediamo che tutti arrivino da zone di guerra. Vedo tanti giovanotti in carne e con strumenti informatici. Poi, dove sono le donne e i bambini?".

Pronta la risposta del capo di gabinetto della Prefettura, Igino Olita, che su L'Arena precisa: "Non ci sono profughi sul lago di Garda sebbene siano presenti in altri comuni e nell’entroterra, ad esempio Caprino, Ferrara di Monte Baldo, San Zeno di Montagna. Sono profughi che arrivano in pullman dalla Sicilia, sono identificati in questura e quindi mandati nei centri della provincia dove abbiamo ricevuto la disponibilità di privati e albergatori ad ospitarli. Qui sono seguiti dalle varie cooperative o onlus, associazioni con le quali stiliamo apposite convenzioni. Alla provincia di Verona sono stati assegnati 1275 profughi che cerchiamo di distribuire il più possibile. Se ci riuscissimo, essendo i comuni veronesi 98, il numero delle persone assegnate a ciascuno sarebbe esiguo. Purtroppo, però, ci troviamo a poterli sistemare solo dove abbiamo la disponibilità. In ogni caso, nonostante alcune richieste siano arrivare anche dal lago, il prefetto sta mantenendo l’impegno preso al suo arrivo, in luglio, di non mandare nessun profugo sul Garda, considerando la zona turistica. Quanti arrivano nelle strutture, non sono clandestini, ma sono prima identificati in questura dove fanno domanda per essere riconosciuti quali rifugiati. Una volta ospitati negli alberghi, attendono d’essere sentiti dalla Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale che ha sede aVerona (competente per sei province) che deciderà se avranno diritto o meno a tale tutela. Arrivano anche donne e nuclei familiari,anche se in numero inferiore".

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