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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca Navigatori / Via Raimondo Franchetti

Tre topi d'appartamento in trappola grazie alla telecamera di un condomino

L'occhio elettronico installato sullo spioncino della porta lo ha avvisato degli strani movimenti che avvenivano e dopo la seconda notte consecutiva ha allertato i carabinieri, che hanno rintracciato ed arrestato i ladri

Già la notte precedente, la telecamera che aveva installato vicino allo spioncino della porta, gli aveva segnalato la presenza di alcuni estranei, così quando questi sono tornati non ha esitato a chiamare i carabinieri. Tre uomini sono stati arrestati nella notte tra mercoledì e giovedì con le accuse di falsa attestazione, tentato furto aggravato in abitazione, lesioni, minacce e violenza a pubblico ufficiale. 
I tre avevano messo nel mirino alcuni condomini di via Franchetti, a Verona, ma uno dei residenti aveva preso alcune precauzioni, installando un dispositivo sulla porta che lo avvisava con un messaggio di eventuali presenze notturne davanti all'uscio. Così la mattina di mercoledì l'uomo si è svegliato trovando due avvisi lasciati dalla telecamera, che gli segnalavano che alle 2 e alle 4 qualcuno era transitato davanti al suo ingresso. Il cittadino però non si è rivolto subito alle forze dell'ordine ma ha allertato gli altri condomini, decidendo di tenere gli occhi aperti fino a tardi per vedere se i presunti malintenzionati si ripresentavano. 
Nello stipite della porta inoltre erano state trovate alcune piccole fascette di plastica trasparente, simili a quelle che sigillano i tappi delle bottiglie. 

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Intorno all'una la veglia del cittadino ha dato i suoi frutti: la telecamera lo ha avvisato dei movimenti sospetti sul pianerottolo e a quel punto, dopo averli visti fuggire, è scattata la chiamata al 112. I carabinieri del Norm di Verona sono giunti subito sul posto e hanno visionato i filmati, che mostravano due sconosciuti che armeggiavano sulle porte, probabilmente alla ricerca delle fascette trasparenti. La loro presenza infatti serviva loro per verificare se la porta era stata aperta o meno nelle ultime 24 ore: nel primo caso significava che i residenti erano a casa, nel secondo che probabilmente erano in vacanza e che si poteva quindi provare il colpo. 

I militari allora hanno dato subito il via alla ricerche e, una volta scesi per risalire sull'auto di pattuglia, hanno sentito un veicolo sgommare poco distante. Coordinandosi con i colleghi, sono quindi riusciti a bloccarla dopo un breve inseguimento per le vie del Saval: a bordo c'erano tre uomini, due dei quali assomigliavano molto a quelli visti nel filmato. Il guidatore si è mostrato subito molto nervoso, chiedendo con un italiano stentato il motivo del fermo. Da lì è scattato il controllo dei documenti, che però non hanno convinto i militari e tutti e tre sono stati portati al comando. Appurato che si trattava proprio dei malintenzionati di via Franchetti, gli uomini dell'Arma hanno anche scoperto che i passaporti e le carte d'identità greche mostrate erano tutti falsi. I tre però non volevano arrendersi e hanno provato un'ulitma disperata fuga: vedendo un cancello aperto, hanno spinto via i militari che li stavano controllando per raggiungerlo, ma sono stati intercettati da i loro colleghi subito. Da lì è partita una colluttazione dalla quale due carabinieri ne sono usciti con 5 giorni di prognosi per traumi alla schiena, così come uno dei criminali, l'unico che poi ha subito accettato di farsi fotosegnalare. 
Gli investigatori alla fine sono riusciti ad attribuire un nome ad ognuno di loro, si trattava di: Murandi Chikovani, classe 1992 e incesurato in Italia; Sergo Meluas, classe 1977 con precedenti per rapina; Byniamin Kovo, classe 1982. Quest'ultimo si trovava alla guida dell'auto al momento del fermo ed ha esibito una patente israeliana anch'essa non autentica. 

Dopo Chivokani, il ladro rimasto ferito nella colluttazione con i militari, anche Meluas ha acconsentito a farsi fotosegnalare, mentre Kovo ha voluto aspettare l'ordine del tribunale. Nella mattinata di venerdì i tre sono stati condotto davanti al giudice per la direttissima, il quale li ha scagionati dall'accusa di tentato furto, riconoscendo loro che si trattava di preparati e non dell'esecuzione materiale del crimine, e condannandoli invece per gli altri capi. Per il giovane è scattato l'obbligo di dimora nel milanese, mentre gli altri due sono stati condotti in carcere. 

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