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Cronaca Concamarise / Via Capitello

Blitz nel laboratorio tessile: lavoratori irregolari e condizioni critiche

Nell'edificio erano stati anche ricavati letti e cucina, senza alcune autorizzazione, mentre 6 delle 18 persone fermate martedì mattina sono risultate essere prive di regolari documenti

È scattato alle 9 di martedì il blitz delle forze dell'ordine in via Capitello, a Concamarise, in uno stabile che ospita un laboratorio tessile regolarmente censito al Suap e gestito da una 34enne di origini cinesi, Z.X., residente in paese. A fare irruzione sono stati gli agenti della Polizia locale di Bovolone, la guardia di finanza di Verona e Legnago, i vigili del fuoco (per il controllo degli ambienti) e i tecnici Spisal. 
Al loro arrivo, i 18 lavoratori stavano tutti dormendo e le macchine da cucire erano spente, ma non appena viste le divise avrebbero cercato la fuga dalla struttura dove si trova "Confezioni Lisa": alcuni avrebbero scavalcato la recinzione per cercare di scappare attraverso le campagne, ma nella zona erano appostati il sindaco e senatore Cristiano Zuliano con cinque consiglieri, così i fuggitivi sono stati riportati indietro, senza che opponessero resistenza. 

All'interno, le forze dell'ordine hanno trovato, oltre alle macchine, un ambiente con gravi criticità sia dal punto di vista igienico-sanitario, sia dal punto di vista strutturale. I giacigili per dormire erano stati ricavati, senza alcuna autorizzazione, con pareti di cartongesso e negli uffici, mentre la cucina era stata creata sul retro, dove venivano anche accumulati e bruciati rifiuti. Per svolgere l'attività anche di notte senza destare particolari sospetti, le finestre erano state chiuse, ma questo non ha impedito ad alcune segnalazioni di richiamare l'attenzione su alcuni movimenti strani che erano stati notati nella zona. L'attività produceva capi d'abbigliamento e anche mascherine per limitare i contagi, ma martedì le è stato intimato l'alt. 6 persone di quelle fermate sono risultate prive di documenti ed irregolari, e dovranno quindi presentarsi in Questura per rendere conto della propria posizione. Verranno eseguite le verifiche contabili e fiscali necessarie ad appurare se fosse presente manopera clandestina pagata in nero, mentre sarebbe state completamente ignorate le norme anti Covid-19, oltre alle criticità segnalate in precedenza.
Sarà dunque compito dello Spisal fare richiesta per ottenere la chiusura dell'attività. 

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